Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[4795] PARTE SECONDA. — LIBRO QUINTO. 319
città primarie, e tornare la maggioranza dei sollevati antichi a moderazione, e il minor numero affratellarsi coi sollevati novelli, ed impigliarsi siffattamente le pubbliche cose, che restava un riparo solo a comporle, la generosità del sovrano. Ma prima che io mi faccia a svolgeré questo grave argomento di patria storia, mi tocca di dare conclusione agli avvenimenti cagliaritani, narrando in che modo sieno stati annunziati al sovrano, come sieno stati da lui giudicati.
Il viceré era irritato col ministro conte Galli, perchè questi nel trattare gli affari di politica gravità, e quello specialmente della sospensione delle note patenti, avea tenuto per soverchiamente timidi i suoi consigli. Quindi gli spacci suoi al ministero scriveansi concisi, asciutti e contegnosi. Venuto il tempo di rapportargli quei gravi fatti del 6 e 22 luglio, il contegno giun-gneva quasi allo spregio. Avea dato contezza, scriveagli, alla Reale Udienza edagli Stamenti degli ordini regii per quelite patenti ; avea pure letto lo spaccio al marchese della Planargia. Le patenti erano state registrate, e nel 3 luglio i nuovi giudici sassaresi erano stati chiamati al loro officio. Dell' accidente (cosi chiamavalo) avvenuto tre giorni dappoi soggiungea averne dato notizia al re con suo foglio particolare, e mancargli il tempo di farne relazione separata. Pure quel metter da banda il ministro nella relazione di si luttuoso avvenimento era più comportevole' che lo studio fatto di quella parola innocua di accidente a qualificare 1' uccisione e l'arresto in tumulto di due dei primari ministri del regno, e il vilipendio dato al Governo col disarmamento de' suoi soldati e coli' occupazione delle sue batterie. Era parola ingannevole, perchè contenea la negazione della congiura; era inumana, scritta cosi aridamente senza alcun' aggiunta di pietà. Dello scempio poscia fatto del generale dicea poche e sdegnose parole, attribuendolo a colpa di lui pei provvedimenti di rigore da esso tentali. E anche in questo fatto, non che compassionare il destino di quell'infelice cavaliere, non' curavasi neppure di dare alla sua relazione un risalto d'importanza ; ma gittavala confusamente qual notizia gregaria nel fondo del suo spaccio dei negozi correnti, fra una proposizione per un nuovo dottore collegiato in teologia e un devotissimo ed obbligatixsimo servitore di quel ministro, che
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