Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [4795] PARTE SECONDA. — LIBRO QUINTO. 323
      Più avveduto il Cocco, e maestro di fini parlari, ragionava del passato quasi come d'avvenimento fatale. Ei volgeasi principalmente all' avvenire, e consigliava temperamenti generosi. I fulmini, dicea egli, e le tempeste non faranno che accrescere il male. Già una parte del male trascorso non sarebbe avvenuta, se gli affari non si fossero spinti con soverchio impeto, come a pettoreggiar di cavallo. Sia pace ai sepolti, ma sia anche quiete durevole ai viventi. Del resto, qualunque si fosse il comando, egli obbedirebbe. Chi cononeea gli abiti suoi volpigni avrebbe potuto aggiungere, che in tutto quel durare di politici trambusti sarebbe stato forse questo il suo primo atto di obbedienza.
      Con le relazioni fatte al re consonavano le notizie officiali bandite dal viceré a tranquillare i nazionali. Cominciava dall'in-limare a tutte le compagnie di miliziani, le quali si credea avessero avuto avviso dal generale per venire alla capitale al primo cenno, non si movessero senza suo comando.1 Ma questa precauzione serviva a mostrargli che anche quel sospetto era fallace, perchè la risposta fu unanime di non aver ricevuto quell'avviso. Quindi temendo non servisse ad inasprire gli abitanti della Gallura contro alla capitale il rigore usato ad alcuni di quei provinciali, partigiani animosi del generale, invitava alla pace ed all' unione tutti i regnicoli, e minacciava chi turberebbe la quiete, e vietava ogni biasimo dei passati avvenimenti; mettendosi cosi nella condizione miserabile di quei Governi, i quali sperano che il silenzio dei popoli possa ottenersi comandandolo, o che ottenuto giovi a scemare odiosità.1 Poscia smentiva le voci propagatesi di contribuzioni forzate, per cui i cittadini più pecuniosi disponeansi già ad allontanarsi dalla città.aGiungeano intanto da Torino le risposte, aspettate con
      gione a dire nel suo parere, che « se si facesse un processo alia memoria del » marchese della Planargia e del cavaliere Pitzolo, sarebbero nella difesa suffi-» cienti quelle sole carte per la loro giustificazione. » Ed il Mimaut, e l'Azuni da lui copiato, ragionando di quei fatti come ne ragionano gli Stamenti, senta internarsi nel merito di quei ragionamenti, travisarono la storica verità.
      1 Lettera circolare, 8 luglio.
      3 Pregone del 14 luglio, con parere della Reale Udienza.
      3 Manifesto, 23 luglio.
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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