Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
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STORTA DI SARDEGNA.
[i795,
governatore cavaliere Santucoio e col magistrato della reale governazione, nel qnalo prevaleva l'avviso cbe prestamente si spedisse a Elliot quel messaggio. Era partito avventato lo acri-vere senza pienderne ordine dal Vioerè ; ma gli portava più volontà cbe senio. Ad ogni modo, anche tenuto per urgente il bisogno, avrebbe éovpto quel governatore senza tardanza veruna inviar relazione a Cagliari della fatta spedizione del messaggio. Si usò invece di ciò arte misteriosa ; e il governatore scrisse indugiatamente nel 13 di quel mese al viceré, che per non frapporre intervallo in si stringente affare avea scritto doe lettere al viceré di Corsica, e datone anche contezza al marchese di Cravanzana in Torino. E quel eh' ò peggio, questo rapporto del Santuccio giungeva a mani del Vivalda solamente nel 31 del mese ; o perchè fosse menzognera la data della lettera, o perchè eranBi ricercati mezzi indiretti di recapito.
Come il viceré ebbe tal lettera, s'adirò forte, e levossi negli Slamenti rumor grande di quell' aver messo da banda la dipendenza del governo viceregio; più ancora dell'aver tacciato ói fellonia e di occulte mene coi Francesi i moderatori dei destili della capitale. Germinavano già, dicessi, i malvagi consigli del La Planargia e del Pitzolo, che aveano mirato a dividere le due città primarie per francheggiare il loro impero. Bastava il nominare il mediatore di quel consiglio vigliacco per avvisare donde era dapprima venuto. Era stato l'assessore civile Flores quello che avea impaurato e travolto l'animo del vecchio governatore; Flores creatura del generale, giudice ricusato dagli Stamenti. Eravi tenacità di partito, eravi rimbalzo di vendetta. Egli adunque fosse punito per la sua tristizia, fosse rimproverato il governatore per la sua leggerezza. Si scrivesse pur sollecitamente al viceré inglese per tòrgli dall' animo queir odioso pensiero, e per sincerarlo che i Cagliaritani nè aspettavano né temevano la seconda venuta dei Francesi.
Vivalda pertanto scrisse tosto ad Elliot disapprovando eoa risentite parole il messaggio del Santuccio: esser la nazione sarda più che mal ferma nei suoi doveri di fedeltà al sovrano, e meglio che prima apprestata a rispingere animosamente e da sé sola qualunque nemico assalto ; non tenesse perciò conto
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