Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [4795] PARTE SECONDA. — LIBRO QUINTO. 335
      porre i mezzi, onde render vana quell'autorità usurpata dai tumultuanti, e ridonare libertà e quiete alle deliberazioni del Governo. Era stato già dal re ordinato al magistrato di compilare il processo criminale pei fatti del 6 luglio: facesse lo stesso per quelli del giorno 92. Aver anche il sovrano giudicato conveniente, in quello stato dei pubblici affari, di autorizzare il governatore ed il magistrato di Sassari a sospendere l'eseguimento degli ordini viceregii, e di dar quindi conto dei motivi avutine al re stesso per la via diretta del ministero per gli affari del regno. Nello scrivere poi il re nella stessa guisa al governatore di Sassari, aveavi aggiunto espressioni di molta amorevolezza, per quelle testimonianze di fede, di obbedienza e di attaccamento alla sua persona, che diceansi date dai Sassaresi in quella congiuntura.
      Come si accogliesse festosamente questa risposta in Sassari non è necessario eh' io '1 dica. Correano tutti a gara a vedere ed interrogare il messaggere per ciò inviato; e moltiplicavansi con incredibile celerità le copie del regio provvedimento, che il governatore (pregatone indarno da quelli che cbiamavansi già con vocabolo accreditato i tre ceti) non avea voluto concedere si stampasse. Eransi mostrati in ciò più zelosi l'arcivescovo col suo clero, e il duea dell'Asinara che avea il primo seggio fra i gentiluomini. Acciò che pertanto la cosa bene incominciata si spingesse innanzi, erasi dal prelato commesso al parroco della chiesa urbana di Santa Caterina, chiamato Delmestre, di scrivere un apposito memoriale, che dimostrasse la convenienza di spedire un secondo messaggio a Torino, sia per rassegnare al re le dovutegli grazie, sia per chiedere qualche ordinamento più risoluto per l'indipendenza alla quale era indirizzata la mira.
      Ma Del mentre che ogni cosa disponeasi a tal uopo, l'avvocato Mundula erasi giovato dell'ansietà in cui era la plebe per la dubbiosa accettazione di un progetto di ampliazione della città che molto le stava a cuore, onde muoverla ad insolentirà Ei declamava eontro a quell'illegittima congrega dei ceti, e minacciava arditamente di sostenere anche coi mezzi estremi l'autorità della capitale. A fine pertanto di togliergli l'appoggio del gentame da lui concitato con altro pretesto, erano co-
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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