Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      336 ST0B1A DI SARDEGNA* [4795]Stretti i rappresentanti di quei due ceti, non solo di acconsentire a quell'allargamento dei casamenti non gradito per lo innanzi, ma ancora di farne pubblicamente prego al Consiglio civico (ed erane dicitore quello stesso prete Delmestre); frattanto che alcuni personaggi autorevoli scorreano per le file degli ammutinati a quotarne il fervore.
      Non erano però con questo rintuzzati tutti gli ostacoli. Al-loracbè si trattò di far soscrivere dal Consiglio di città il memoriale al re già inteso fra gli altri due ceti, insorse fra i consiglieri dissidio cosi caloroso, e tale fu tra di essi e coi deputati loro inviati lo scambio di parole invettive, che fuvvi gran rischio non perisse dal principio quella instituzione dei tre ceti. La fermezza del cavaliere Martinez, primo dei consiglieri, valse a raggruppare intorno a lui una maggioranza di suffragi, la quale bastò a dare a quella sottoscrizione il suo valore legale. I consiglieri dissidenti ricorreano, com' è uso dei perdenti, all'espediente delle protestazioni.
      Vinto cosi il partito, spedivasi il nuovo messaggio à Torino. Recava lettere dei tre ceti al conte Galli, il cui nome, di-ceano, resterebbe perennemente scolpito nel cuore dei Sassaresi. Recava lettere particolari dell' arcivescovo Della Torre, mostratosi in tutta questa bisogna molto ardente e sollecito. Recava notizie arcane sulla diffidenza in cui viveasi colà del Fois, surrogato per a tempo al Flores. Era egli, scriveano, che avea fatto scrupolo al governatore di dare maggiore pubblicità agli ultimi ordini del re favorevoli ai Sassaresi; egli amico di Angioi e consenziente nei suoi disegni ; egli protettore del Mnn-dula, dei due novelli assessori, e dell'avvocato Gavino Fadda, fior di partigiani. Recava anche una rimostranza soscritta dal duca dell'Asinara e dai deputati della nobiltà, da opporre a quella che con titolo di terza 1 aveano già pubblicato gli Stamenti. E diceasi in essa, che i Sassaresi indegnamente eransi voluti qualificare per ribelli nelle adunanze della convenzione cagliaritana, che cosi chiamavanla. Ribelli erano quelli che con le recenti pubblicazioni aveano tentato di sovvertire tutta l'isola. (Accennavano alla lettera circolare sui feudi, che grandemente coceva ai guidatori principali di quei tre ceti.) E se non ribel-
      < Vedi sopra, pag. 330.


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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