Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [1795] TARTE SECONDA. — LIBRO QUINTO. 339
      due città principali. Qual credito avrebbe il viceré, diceano, qual autorità la Beale Udienza, se lasciavasi all'arbitrio delle podestà subalterne il sindacarne i provvedimenti? Accusa il ministro i Cagliaritani di perturbar l'ordine, e lo sconvolge egli stesso autorizzando con l'indipendeuza l'anarchia? E ciò per soddisfare a pochi boriosi della città prediletta, il voto dei quali, contrariato già nella slessa loro città, si fa prevalere a chi rappresenta l'intero regno? Proponevano perciò primieramente, provvisione iniqua, la sospensione dell'uscita del frumento necessario ad approvigionare l'annona di Sassari. (Dicevano di voler cosi far ravvedere i fautori della divisione, ed affamavano intanto e spingevano a crudeli partiti il popolo che eglino cre-deano straniero ed ostile a quelle domande d'indipendenza.) Quindi il rinnovare al re un'accurata esposizione di tutti i fatti, onde muoverlo a diffidare dei consigli datigli dal suo ministro.
      La minaccia del trattenere i viveri alla città rivale sbigotti quei popolani per qualche tempo, giacché il viceré diè mano anch' egli a quel tristo espediente. Gli Stamenti intanto, lasciato ogni altro disegno per minore, aveano voltata la lora attenzione a studiare il modo migliore di uscire pienamente di tutti quegli impacci. Ho detto altra volta, che la maggioranza del parlamento era stracca di quella lotta fra il ministero ed il governo locale, la quale di grado in grado accennava a maggiori dissidi, nò voluti dalla nazione, sé bramati dagli stessi indirizzato» dei negozi ; i quali stimolati più dalle difficoltà loro attraversale, cbe spinti da premeditato disegno, eransi avanzati più di ciò cbe dapprima si aveano proposto. Il desiderio della pace era in tutti i cuori, e in mala ora era sopraggiunta la gara sassarese a rimescolare gli avvenimenti. Strettisi pertanto a ponderata disamina, cominciarono gli Stamenti a dare a se stessi aiuto di pacati e gravi consultori, chiamando in quei difficili momenti ad assisterli col loro avviso l'arcivescovo di Cagliari (il quale dopo i fatti del 28 aprile erasi astenuto dal prender parte nei lavori del suo Stamento), il capitolo di quella chiesa primaziale, i rettori delle parrocchie urbane della capitale, e i superiori maggiori dei conventi. Quindi venivano a considerare che in qualunque guisa fossero per isvolversi in Torino que' gruppi, gioverebbe ad illuminare il re, ad appagare la nazione,
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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