Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [4795] PARTE SECONDA. — LIBRO QUINTO. 341
      Corti generali, gli si commetteva d'impetrar? l'ordine della pronta convocazione pel principio del novello anno. Per la seconda, dei privilegi, voleano la rivocazione delle tre patenti dei giudici sassaresi non proposti con terna dalla Beale Udienza,e di tatti i provvedimenti dati per la reale governazione di Sassari coi recenti regii biglietti. Per ciò cbe riferivasi alla terza dimanda, degl'impieghi tutti riserbati ai nazionali, imploravano un privilegio perpetuo e spedilo in forma solenne; come per la quarta, del Consiglio di Stato, chiedevano fosse la composizione e la natura di esso subordinata alle norme da stabilirsi nelle future Corti. Commettevano infine al deputato che la quinta domanda, del ministero particolare, si concepisse da lui in modo, che tutti gli affari sardi di qualunque manierasi trovassero radunati in quel solo ministero. Aggiungevano poi alle cinque antiche domande altre petizioni, ed erano: lo stabilimento di una forza armata slabile, ma nazionale, esclusa per allora ogni concorrenza di soldati stranieri ; la sospensione delle cariche vacanti fino alla celebrazione delle Corti, per lasciar luogo a modificazioni nell'ordinamento dei pubblici offici; la facoltà di potere gli Stamenti in qualunque tempo inviare direttamente al re rappresentanze o messaggeri per esporgli la condizione dei pubblici affari, anche senza averne avuto dai ministri o dai viceré la permissione; e in ultimo l'abolizione di tutti i fatti tumultuosi avvenuti dal 28 aprile 1794 in poi, e segnatamente nel 6 e fi luglio dell'anno che allora correva, e ciò nella maniera la più ampia e con spedizione di diploma.
      L'arcivescovo, il quale in quella testimonianza di confidenza e di affezione datagli dai tre ordini del regno non potè tener le lagrime, si dispose sollecitamente alla partenza; e preso perciò affettuoso e pubblico commiato da essi, parlò egli stesso al popolo con commovente omelia nella chiesa di Sant' Effisio, dove e rati recato ad orare, raccomandando ai suoi Cagliaritani la pace fra di loro e la speranza nella benignità del re. Chiamati quindi astretto colloquio i Simon, il SisternesconCabras e Pintor, richiedeva da loro promessione che avrebbero impiegato ogni mezzo a ricondurre nel regno la calma, ed a rimettere nel loro partito la moderazione da tanto tempo soperchiata. E ciò ottenuto, recavasi al suo imbarco, accompagnato dai mem-
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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