Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[4795] PARTE SECONDA. — LIBRO QUINTO. 3ì3
tutte le curie, esortando i popolani a rimanere in fede, ed a meritare cosi che gli altri maggiori favori, annunziati come vicini a maturità a benefìzio di quelle province, avessero il loro compimento. Il viceré era perciò ridotto a quello che gli rimaneva a fare dal principio; a querelarsi cioè col ministro di quell' abbassamento della sua dignità, e di quella progressione da un disordine in un altro.
Intanto erasi tratta per mezzo suo un' altra saettata contro ai Sassaresi. Ho detto di una lettera del viceré del 40 agosto che promettea pronta giustizia ai vassalli aggravati dai loro signori. Questa giustizia erasi tosto riconosciuta dover riuscire di difficile rendimento in così gran numero di chiedenti. Erasi perciò con pregone viceregio del 4" settembre studiato modo di agevolarla, chiamando in Cagliari in luogo dei sindaci o incaricati di ciascun comune, chè troppo minuta sarebbe stata la bisogna, i deputati di ogni distretto, i quali ammaestrati in sul luogo presentassero più abbreviati i richiami. Questi deputati erano stati qualche volta accolti nelle adunanze degli Stamenti, e se quel favore di accoglienze si fosse maggiormente propagato, forse che o pensatamente o senza abbadarvi si perveniva a fare di una radunanza privilegiata, quali sono gli Stamenti, una congregazione nazionale. Le cose però non potevano progredire tant'oltre, perchè era uno sperar troppo dalle sollecitudini del magistrato il credere, che nel mezzo di tanti altri quotidiani negozi potesse egli bastare anche al giudizio di quegli interminabili lamenti feudali. Mancato pertanto in parte quel primiero divisamenlo, si venne a novello espediente che mirasse più direttamente a combattere i Sassaresi ; e si fu che, a spiegazione maggiore ed a complemento della lettera 10 agosto, i baroni dimoranti in Cagliari pubblicarono con autorità del viceré un'altra circolare,1 in cui, affermando con parole pompose di voler lasciare ai posteri nella storia di quel tempo una prova del loro amor patrio, e della sollecitudine che eglino baroni aveano pel bene dei loro vassalli, bandivano di voler sospendere spontanei la riscossione di tutte le rendile feudali che si mostrassero soggette a ragionevole controversia, e ciò
< Circolate S4 settembre 1795.
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