Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      [4795] PARTE SECONDA. — libro QUINTO. 351
      turo per tentare contro alla città chiamata ribelle una fazione decisiva. Ma riguardosi com'erano, disposero le cose in modo che la congiura paresse accidente. Il Cilocco, il quale facea le viste di ritornare a Cagliari, imbatteasi come a caso nel giorno 26 di dicembre, fra le ville di Semestene e di Bonorva, in tma numerosa compagnia di popolani armati. Questi aveano anch' eglino aria di giovarsi di qnel fortuito incontro per obbligare Cilocco a retrocedere, ed a guidarli sotto le mura di Sassari che voleano investire. E parea pure ventura impensata, che nel giorno seguente si riscontrasse fra Florinas e Cargie-ghe il Mundula, accompagnato da Antonio Maria Carta e da Cosimo Auleri, suoi fidati; i quali si posero tosto unitamente alla testa di quelle bande. E così da caso in caso trovavasi finalmente nelle campagne di Sassari, nell' albeggiare del giorno 28, un'altra qnantità di cavalli e di pedoni armati, i quali circondando Cilocco e Mundula domandarono loro si occupasse la città, e si restituisse all'obbedienza della legittima autorità. Sommavano quegli armati a meglio di tremila,1 non numerando le donne che in copioso numero erano venute anch'esse a guerra, o per assistere i congiunti, o per comunione d'odio ; ed eransi partiti da Osilo, Sorso, Sennori, Usini, Tissi, Ossi, Tiesi, Mores, Sedilo, Uri, Ploaghe, ed altri luoghi posti in quelle circostanze.
      Prima cura dei due capitani Cilocco e Mundula, ai quali eransi sottomessi tatti gli altri guidatori di quelle bande, fu di assegnare a ciascuna compagnia il sno luogo d' azione, disponendoci^ ogni porta della città avesse incontro un forte drappello di combattenti. Aveano poi scelto per se stessi, e come a quar-tier generale dell'armata, il convento di Sant'Agostino, di rincontro alla porta chiamata Nuova. Era stato intanto in quel primo stanziare di tanta gente, soggetta solamente a volontario e debole governo, un menare a guasto quanto incontravano. Recidevano gli ulivi a farsene stipa, devastavano orti e giardini, disserravano le case e vi metteano ogni cosa a sacco. Ma ora.piuttosto odio che barbarie, perchè sceglievano a ciò fare le ville e i poderi dei signori di feudi o dei loro aderenti.
      1 Le relazioni officiali portarono il numero a tredicimila, che parmi esagerato.
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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