Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[4795] PARTE SECONDA. — LIBRO QUINTO. 357
separatamente in Cagliari ; dove il viceré avea già fatto preparare commodo alloggiamento ai due esuli, e dove adoperava egli dappoi ogni maniera di buone accoglienze per far obbliare le violenze loro usate.
Restava a segnare con nota più franca quel passaggio a idee più temperate eh' era divenuto voto universale. Questa moderazione era stata già stracchezza di agitazioni; era allora anche incertezza delle sorti avvenire. L'arcivescovo oratore del regno avea in quel tempo compiuto faustamente la sua missione presso al papa. Accolto da Pio VI con speciali segni di amorevolezza, avea ottenuto da lui il chiestogli favore di mediazione presso al re ; e il papa avea scritto al sovrano pregandolo di generale perdono pei suoi sudditi; anche per quelli li trascorsi dei quali erano stati gravissimi. Avealo anche pregato a voler esser generoso,nella concessione dei privilegi che gli stessi sudditi aveano dimandato ; e questi suoi offici erano stati spiegati con parole di speciale impegno.1 All' arcivescovo poi avea il papa indiritto pure un biglietto,1 in cui informandolo di aver accondisceso a quella mediazione, esortavalo acciò che nel suo ritorno a Cagliari inculcasse agli Stamenti, e in generale ai sudditi, di volersi mostrar grati ed ossequiosi ,alla sovrana benignità.
Complemento di questa missione fu la lettera che il segretario di Stato cardinal di Zelada ebbe a scrivere al viceré, in risposta alla fattagli raccomandazione dell' arcivescovo. Diceagli che l'animo del Santo Padre era stato commosso da quelle preghiere. Avea sempre il papa riguardalo l'illustre nazione sarda come una porzione prediletta del suo cristiano gregge, chiara
' La lettera del papa (6 novembre 1795) conteneva fra le altre le seguenti espressioni : Preghiamo V. M. ad usare condescendenza ed annuire al perdono che monsignore implora per tutti, ed allargare la mano ai privilegi che domandano. L'intitolazione latina Piits Episcopus Sardinia Jiegi sahtiem et apostolicam benedictionem, le prime due linee e la metà della tersa della lettera scritta in italiano, e la soscrizione Pirts qui supra, erano di pugno del papa. Il rimanente era scrìtto d* altra mano. Ma il papa avea poi aggiunto colla sua mano le parole seguenti: Speriamo che la M. V. non sarà per far scòmparire la mediazione che hanno da noi implorata.
s Trovasi stampato nelle collezioni delle scritture importanti di quel tempo, insieme con la lettera del cardinale di Zelada, di cui va a parlarsi.
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