Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      362 STORTA DI SARDEGNA. [i795,
      vano a scrivere egli stesso al Melano, il quale era pur suo zio, una lettera, renduta pubblica con le stampe, nella quale quei fatti sassaresi prendevano un altro aspetto. Dicevagli che lontano dalla capitale e senza carteggio famigliare colà con persone ben informate, egli avea avuto la disgrazia, che avviene non di rado a chi governa, di non giungere a lui la verità netta. Erasi lasciato sedurre a partecipare alle rimostranze sassaresi, che cento bocche gli aveano assicurato essere il voto di tutto il popolo. Ma conosceva finalmente che quella sua adesione era stata perniciosa, ed avea turbato la quiete del regno. Vedea allora gli affari con faccia diversa, e conosceva la necessità indispensabile che vi era di cercarne il riparo. Pregava adunque caldamente lo zio, acciò che a nome suo richiedesse di benigno officio presso al re il principe di Piemonte, ed ottenesse le due cose senza le quali non ritornerebbe mai al regno la quiete, l'obblio del passato e la concessione delle fatte domande.
      Questa lettera era scritta come scrivonsi le lettere destinate alla stampa, in tempi critici, e da uomo costernato per fattagli violenza. Tuttavia racchiudeva molte verità, né altro rimedio potea allora ricercarsi ai mali della Sardegna. Rinasceva perciò la speranza di prossima pace ; e il Melano, riavutosi da grave infermità per la quale gli si era indugiata la continuazione de'suoi offici di oratore del regno, era stato ammesso dal re ad altra udienza, e consolato con amorevoli promesse.
      Intanto, nel 43 febbraio partiva Angioi alla volta di Sassari a prenderne il comando. Era un viaggio trionfale. Potea compiersi in quattro giornate, e si spezzò in venti pòse. Dappertutto accompagnature pompose ed acclamazioni. Tacque e dissimulò fino a giungere in Oristano. Penetrato dappoi per la terra di San Lussorio nelle province sassaresi, disvelava i suoi propositi. Cominciava colà ad incorare, con la fiducia di emancipazione feudale, quei molti ai quali l'autorità signorile pesava sul dosso. Valevasi allo stesso tempo della sua autorità di al-ternos per tenere ragione sommaria di piati di leggiera importanza, ed acquetarli. Frenava le licenze denunziategli; ritirava alle discipline legali le dannose consuetudini ; e finqui era ma-


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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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