Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
372 STORTA DI SARDEGNA. [i795,
ritraendo l'esempio cagliaritano egli volle stabilire prontamente in Sassari. Componevansi con quanti erano senza mezzi conosciuti di vivere o senza lode di vivere onorato, e con quanto trovavasi di mal capitato, di più sfrenato e più spavaldo nella giovanaglia. Egli stesso poi ammetteva alla sua famigliarità, ed innalzava all'importanza di custodi suoi, gli uomini più famati per mala vita, bruttati già di sangue alcuni di essi, spaventa-tori a faccia sinistra, e, se il caso venisse, accoltellanti. Ricor-dansi ancora in Sassari i nomi di Antonio Petretto, e di Sebastiano Dachena, di Cosimo Auleri, di Anton Maria Carta, e di parecchi altri pretoriani dell' alternos, i quali gli rifacevano intorno la corona ignominiosa del Delorenzo, del Dais e degli altri scherani suoi di Cagliari. Un satellizio siffatto bastava a discreditarlo infin dai primi giorni del suo governo ; e perciò non d'altro esperimento si ebbe d'uopo, perchè le persone sagge e le persone chete del paese ne facessero mala pronosticanza. Anzi alcuni degli stessi suoi aderenti vedeano con rammarico, ch'egli, disvelando imprudentemente i segreti consigli della sua parte, li avvilisse ancora di primo tratto con tanta ignobiltà di mezzi.
Primario pensiero di lui, o almeno espediente primario per gli altri disegni più ascosi dei quali si parlerà in appresso, era l'abbattimento della possanza feudale. E siccome in quel suo concilio di cosi rea composizione i partiti i più atroci do-veano conghietturarsi i più probabili, non tardò a propagarsi la voce, o vera o credibile che si fosse, che in notte determinata (ed era quella del 42 marzo), i sicari angioini farebbero il primo atto del riscatto feudale, trucidando nelle loro case i baroni sassaresi. Questi pertanto ricercarono la loro salvezza, fuggendo dapprima nell'Asinara, e quindi a maggior sicurtà in Corsica. Nè può dirsi che il loro timore movesse da cagione troppo leggera, dacché \'alternos si tenne come offeso da quella fuga, e mandò tosto i suoi cagnotti.in quell'isoletta per farne ricerca ed arrestarli. E mal riuscita la ricerca, fe sostenere un pastore, Raimondo Masala, ricco e tranquillo abitante di. quel luogo, solo perchè al presentarglisi quei gentiluomini fuggiaschi avea conceduto loro temporaneo asilo. Anzi toccò ad Angioi la triste ventura di veder contaminata di sangue inBno dalla pri-
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