Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno

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      uno del numeroso uditorio, ed inviasse i suoi soldati a distare i nostri progetti, che cosa dovremmo noi fare?—Noi dovremmo persistere ed ostinarci, rispondeva Murroni; perchè i baroni sono generazione d'uomini cosi odiosa, che per combatterli si può anche combattere contro al reale vessillo. — Non pago anzi agli espedienti oratorii, ricorreva Murroni a mezzi di più efficace dominazione degli spiriti. E infatto, mostrandogli qualcuno restio a contentarsi in fin d'allora della parte del bottino cagliaritano che gli veniva promessa, ebbe egli ad ordinare ad un soldato di trarre la sua pistola contro all' incrèdulo, il quale per sola sua buona sorte non ne fu tocco.
      Avanzavasi cosi l'alternos, con schiere sempre crescenti, verso la villa di Macomer, villa ragguardevole, popolosa, e dove era per toccargli il primo disinganno della sua possanza. Era il giorno 6 di giugno. Prima di giungere, fo porre intorno a sè tutte le sue milizie, e chiamò loro se pronti erano ad obbedirlo, qualunque cosa avesse loro imposto. Risposero molti di sì, tacquero gli altri. Replicò perciò Angioi che male verrebbe ai pentiti, giacché comandava si facesse fuoco addosso a chi si sbandasse. E qui plausi del Murroni,come se fosse a parola eroica. Ma non applaudivano i Macomeresi. Egli aspettava che gli uscissero incontro i cavalli delle milizie, come a testimonianza d'onore eraglisi fatto in ogni altro luogo. Aspettava ancora che l'avvocato Salvatore Pinna, fratello all' assessore che lo fiancheggiava, uomo di molta autorità in quella villa, avrebbe per rispetto al fratel suo operato, perchè l'accoglienza non che pacifica riuscisse amichevole. Ma il Pinna era animato da rispetti maggiori ; ed egli e il dottore Salvatore Tola, dichiaratisi capi della parte contraria all' alternos, aveano già fatto ragunata di gente per opporsi al suo ingresso. Furono perciò gli Angioini picchiati malamente da essi nel-l'avanzarsi ai casamenti ; ed ebbe ad appiccarsi fra gli uni e gli altri calorosa zuffa, nella quale i popolani ebbero un morto e due donne ferite, gli Angioini ebbero morti e feriti in maggior numero. Prevalse per essi alla fine la moltitudine; e Angioi, sebbene contristato dall'inaspettata resistenza, potè posare in quella villa. Non vi posarono i suoi, i quali si misero a depredare la chiesa parrocchiale e le masserizie del parroco e del Tola.
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Storia moderna della Sardegna
di Giuseppe Manno
Felice Le Monnier Firenze
1858 pagine 466

   

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