Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[4796]PARTE SECONDA.-LIBRO SESTO.
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Già il popolo erasi licenziato da sè in quei primi giorni di reazione a disserrare le case dei giacobini, e ad arrestarli o travagliarli. I delegati (i quali non so come fossero diventati cosi obbliosi da non paragonare i fatti perdonabili di quell'anno coi fatti perdonati degli anni trascorsi) fecero pur essi ai giacobini il viso che avrebbero fatto i più antichi e più tarlati dei cosi'detti realisti. Lo stesso vicario generale della chiesa turrilana Roich, fu esiliato in Alghero, perchè era zio dell'Angioi. Onde la diffidenza e il panico timore corruppero fin dal principio la gioia dei cittadini.
Posero anche mente quei delegati a colpire gli animi dei popolani delle ville con dimostrazioni di azione vigorosa. La villa di Bono si scélse primieramente a segno di pubblica repressione. La spedizione fu comandata dal delegato Guiso; ed era composta, oltre alle truppe d'ordinanza ed all'artiglieria, di milizie galluresi capitanate dal cavaliere Salvatore "Sardo-Pes, di una compagnia di volontari guidata dal prode uffiziale di marina cavaliere Raimondo Mameli, e di altre milizie, alle quali davano buon esempio i fratelli dello stesso Mameli, e due fratelli del: casato dei Manca di Osilo. All'approssimarsi di quelle soldatesche, i Bonesi eransi rifuggiti nei gioghi della vicina montagna; ma rientrarono nella villa allorché le truppe sperperatesi nelle case aveano cominciato a licenziarsi da vincitrici. Si appiccò allora spaventosa mischia, nella quale caddero uccisi e malconci parecchi dei combattenti. Prevalse la disciplina e il numero dei soldati della spedizione; e prevalse ancora l'animo mostralo dai loro condottieri, i quali fecero tutti buona prova di sè. Agostino Fadda cagliaritano fra gli altri, quello stesso di cui nella guerra francese ho accennato qualche gloriosa fazione, associatosi alla spedizione contro Angioi a proprie spese, e corso quindi volontario a Bono, seppe tener saldo contro a venticinque di quei popolani, fino a che oppresso dal numero e coperto di ferite cadde con sembianza di corpo morto.
Lo stesso si fece nelle ville di Ossi, Tissi ed Usini, sottomesse armata mano, alla presenza dei delegali, dalle truppe e milizie colà inviale per debellare quel resto di partigiani angioini che vi restava. Inviarono pure un drappello di truppa, coman-
Storia di Sardegna. 35
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