Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[4798] PARTE SECONDA. — LIBRO SESTO. ' 413
va. Lo trovarono nel passaggio loro in Tiesi, dovo prese ad inanimarli, ed a mostrare assai facile l'impresa. Già una copiosa mano d'aderenti sorgerebbe repentinamente in Sassari al loro comparire; andassero volonterosi, non eravi a temere per essi, toccava ai Sassaresi il trepidare di spavento.
Ricevute da lui alcune carte, partironsi quelle genti, e sof-fermaronsi di nuoVo in Florinas ad ingrossarsi di ausiliari. Con questi presentavansi nella campagna di Sassari, nel diciassetlo settembre, accozzatesi colà con Cosimo Auleri e con altri suoi segnaci. E se è vero che fossevi già disegno di movimento interiore in Sassari, presentaronsi allora quegli assalitori inopportunamente, o in troppo scarso numero: tant'è che uscite da Sassari soldatesche e milizie, e seguitine alcuni scoppi d'armo da fuoco, gli assalitori si diedero alla fuga o furono dispersi; e l'assalto, non che andato a male, non potè neppur dirsi seriamente tentato.
Non perciò si scoraggiarono gli Angioini ed il loro parroco), Che zelante moslravasi sopra tutti gli altri. Erasi sparsa voce in Bonorva ch'egli si fosse fermato coi suoi fratelli in Bono per rifare con miglior fortuna il piano dell'attacco di Sassari. Di-ceasi ancora che sarebbero venuti eglino a Bonorva per obbligare quei popolani a secondarli nell' impresa. Si consigliarono adunque alcuni dei notabili del luogo di trovar modo di ferma resistenza. Erano i cavalieri Pietro Prunas-Pes, Pietro Prunas-Dore, Salvator Angelo Sechi, ed Antonio Michele Satta, uomini animosi e devoti alla causa regia. Stettero in guardia; e nel giorno sette di ottobre dopo il meriggio, avuto cenno dell'avanzarsi dei Murroni, si mossero ad incontrarli con alcuni loro seguaci armati. Abbatteronsi nel Bonifacio Cocco, altra volta da me nominato, accompagnato era da Salvatore Mancone, da Pier Luigi Sanna e dal cavaliere Tommaso Demartis, tutti di Bono ed armati, i quali dissero ai Bonorvesi voler prendere stanza nella loro villa con la compagnia ch'era per raggiungerli e coi Murroni. Ebbero risposta, entrassero pur eglino, e sarebbero amichévolmente accolti se si comportassero da amici; ma non sarebbero per conto veruno ammessi i Murroni, sovvertitori della quiete del Logodoro, e perciò esecrati. Non istimò allora Cocco d'insistere; e mostrò di voler retrocedere, solo che
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