Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
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STORTA DI SARDEGNA.
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ed avveduto (innalzato dappoi a confidenza e dignità senza pari per le molte sue virtù), conoscendo addentro quei cervellini di moderatori cagliaritani, e quel marame di milizie urbane cbe vi durava, e l'onnipotenza tribunizia del Sulis, e la fiacchezza disperata del Vivalda, né volle cimentare i suoi soldati già menomati dalla guerra, né esporre la capitale a novelle conlese. Onde tenne rinchiuso il maggior nerbo del reggimento nella fortezza d'Alghero, distaccandone solamente forti drappelli pel servizio di Sassari e di qualche villa di quelle province; ma non consentì mai si trasferisse a Cagliari, infino a che con la venuta della real corte non vi corsero più sicuri i tempi.
Un altro grave pensiero occupava 1* animo dei ministri. Nel diploma erasi conceduta l'apertura delle Corti. Pure, dopo il fermento suscitato dalla guerra angioina, pareva loro rischiosa quell'adunanza, ed erano perciò incerti fra il mancare alla prudenza o alla promessa. Eglino aveano adunque scritto, esser cosa desiderabile che quella convocazione (la quale dopo la nomina fatta del presidente e la spedizione altresì seguita delle lettere convocatorie era stata già fissata pel giorno 3 di gennaio, del prossimo anno) potesse esser differita per lo meno al maggio. Potrebbe addursi per ragione, dicevasi, la morte del re Vittorio Amedeo e la condizione inquieta delle province sassaresi. Tuttavia il re non volea dare impedimento alla radunanza; vedessero gli Stamenti eglino stessi il meglio da fare. Uguali considerazioni stringevano il viceré, il quale, allorché accostassi il tempo per disporre le cose alla chiamata o alla sospensione, non seppe avventurarsi alla congrega. Pertanto con sua lettera agli Stamenti annunziava loro, che per gravi motivi, e primo a tutti la morte del vecchio re, vedeasi obbligato a sospendere l'assemblea del parlamento, che s'intimerebbe dappoi in giorno più opportuno. Partecipava quindi al ministro, che quella sospensione era stata generalmente commendata. Ed è vero che la Reale Udienza, consultata dappoi sulla convenienza di determinare altro di per la congrega, non solamente ebbe ad approvare quella sospensione, ma riconobbe anche prudente una sospensione indeterminata. Allegava che il regno era ancora turbato; che tornerebbe male alle province sassaresi dall'allontanamento di tante persone notabili devote alla buona causa,
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