Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
418 STORTA DI SARDEGNA. [i795,
letteraria soverchiata. Diede l'ultimo crollo la discussione apertasi negli Stamenti per compilare la risposta a farsi all'oratore del regno in Torino, dopo che qoesti avea con essi comunicato le risposte personali del re da me già riferite: poiché inviluppati in molte difficoltà per la delicatezza del suggetto, dopo aver ricercata vanamente l'ausilio delle penne migliori del parlamento a spiegare la tenacità delle loro opinioni con giro di frasi non tenaci, non poterono alla fine dispensarsi dal chiamare a tal uopo in città l'abate Simon,il quale trovavasi nella villa di Selargius, dove il collegio dei nobili da lui governato facea feria.
Giunto pertanto il tempo in cui lo scandalo della ribellione angioina avea segnato sinistramente tutti gli amici dell' alternos, Sisternes colse la buona occasione di abbassare quella famiglia, imputandole non solamente privata amistà, ma comunione di disegni politici con Angioi. Accusava fra le altre cose l'abate di aver preparato un' esercitazione accademica pei suoi collegiali in quella villa di Selargius, alla quale dovea intervenire il marchese Vivalda coi personaggi principali del Governo, nel giorno appunto, in cui, se i movimenti di Angioi fossero stati più ben ordinati e felici, egli avrebbe potuto giungere sotto alle mura della capitale. Sebbenenon potè chiarirsi con alcuna ragionevole conghiettura che fosse in ciò malvagio intento.
Ma bastò al viceré che la deputazione guidata dal Sisternes tenesse per pericolosa alla pubblica quiete la dimora ulteriore di quella famiglia in Cagliari, perché egli tosto intimasse al capo di essa di ritrarsi alla sua patria e al suò officio in Alghero, ed al canonico suo figliuolo di ritornarvi al suo coro. E fin qui l'allontanamento parea correzione di rilassata disciplina, e di abbandono fatto dei propri principali doveri. Ma l'abate di Salvenero e il cavaliere Matteo fratel suo erano dal pubblico dover loro chiamati a risedere nella capitale. Pure quest' ultimo fu invitato a recarsi in Alghero, e l'abate ebbe ordine di allontanarsi da Cagliari. Ubbidirono, ma reclamandosi e rinfacciando ingiustizia ed arbitrio. E perchè era manifesto questo arbitrio, non altra risposta potè loro esser fatta, se non che gli allontanati per sospetto degli Stamenti poteano solo ritornare per confidenza di essi.
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