Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
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STORTA DI SARDEGNA.
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gli occhi le sentenze dei Valentino; ma era indarno a cosa fatta.
Riuscirono anche vane ad arrestare quelle condanne le rimostranze diplomatiche del cittadino Jacob, incaricato d'affari della repubblica francese in Torino, fondale sali' amnistia convenuta nel trattato di pace. Eravi stato argomento a risposte nel confrontare le dale dell' amnistia e dei reati : ma la risposta la più concludente erano le gabbie di ferro già appese nella porta di Sassari.
Valentino intanto brigavasi a discoprire al tempo stesso gli andamenti degli Angioini emigrati, e cocevagli che persistessero più che mai a voler rinfrancarsi. Cocevagli soprattutto che si fossero innalzati alle più alte speranze pel viaggio del Mundula a Parigi, dove egli lusingivasi di far volgere alle cose sarde l'attenzione di quel direttorio; e pel passaggio di altri degli emigrati alla città di Milano, nella quale speravano di poter far conoscere al generale Bonaparte la condizione della loro patria. Valentino perciò seguiva ansiosamente da lungi ogni loro disegno; al qual fine abboccavasi anche con quell'osservatore misterioso, già attestatosi dapprima col delegato Delrio. Era un Salvatore Moglie, confidente del marchese della Valle. Io non debbo credere a tal osservatore, come credeagli quel ministro. Egli però asseverava nelle sue relazioni, che il Valentino aveagli dato incarico di uccidere l'avvocato Mundula, se ciò potea riuscirgli.
Il viceré, il quale dava aiuto al suo delegato in tutte queste indagazioni di polizia, era stato già tocco di rimorso dell'avergli dato foglio bianco nel negozio irrimediabile delle condanne. Aveagli fatto grave impressione nell'animo la notizia del salvocondotto accordato dal re ad Angioi; e gli si era affacciata apertamente l'iniquità dell'assoggettare i seguaci di lui a punizione capitale, prima che con quel mezzo, di tutti il più sicuro , del processo incominciato in Torino contro al reo principale, fosse posta al netto la condizione vera della congiura. Siccome pertanto Valentino disponeasi a continuare il suo officio di sentenziatore, si tenne il viceré obbligato ad ammonirlo in guisa segreta, che sentenziasse pure, s'ei voleva, ma sospendesse l'eseguimento delle sue condanne fino a che ricevesse su tal proposito novelle instruzioni.
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