Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[4798] PARTE SECONDA. — LIBRO SESTO. ' 425
derosa si tenne dal tentarne una minore. E perciò fu bene che per qualche tempo egli siasi paoneggiato in Sassari con quella sua ciarpa.
Dava anche argomento di nuova agitazione il ritorno nel regno del cavaliere Felice Rubatta, congiunto e partigiano animoso dell' alternos, il quale insieme coll'Auleri soggiornava alla scoperta in Bono, e alla scoperta predicava nuova ribellione. Ma in Bono noceva agli amanti di pace il soggiorno di ospiti cosi infocati. Onde avvenne indi a poco tempo, che fattasi massa di popolani, concitati anche da privati nimici, corsero alcuni furibondi alle case del Rubatta che fu da essi barbaramente trucidato. *
Stavasi con minor ansietà in Torino, dove non si presumeva che dopo la pace conclusa con la Francia potesse quel Governo dare assistenza o speranze agli emigrati colà rifuggiti. Anzi il re movevasi a chiedere al regno un segnale di fraterna generosità verso il Piemonte, quale nei tempi di calma era stato dato altre volte. Il caro dell' annona era grande nelle province del continente. Desideravasi perciò si facesse un'incetta di granaglie in Sardegna con favorevoli condizioni, e s'accrescesse questa con donativi gratuiti di frumento, da provocarsi dal viceré, impegnando a ciò principalmente i baroni e gli ecclesiastici. Gli Stamenti accolsero con amore questa dimanda : e il militare votava tosto l'offerta da farsi al re di una quantità ragguardevole di granaglie, e destinava due dei suoi membri a raccòrrò le offerte spontanee dei gentiluomini. Il viceré dubitava tuttavia del buon successo dell'invito, e scrivea eh'erasi data pur parola, ma che le parole non erano moggia. Scriveva ancora che il tempo per la generosità era stato male scelto, dacché la cassa pubblica erà vota, e andavano a scadere gli stipendi dei pubblici officiali senza che fossevi mezzo di soddisfarli: e come attendere doni spontanei quando non si paga il dovuto? Ma non andò guari che le promesse si avverarono ; e
1 Benché la notizia dell' uccisione del Rubatta sia stata tratta da carte degne di credito storico, pnre dopo la pubblicazione della mia opera venne a risultarmi in maniera incontrastabile, che questo cavaliere mori di morte naturale nel suo paese di Bono, molti anni dopo dei tempi compresi in questa storia. Io deggio perciò ritrattare questa parte della mia narrazione.
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