Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
436 STOBI A DI SARDEGNA. [4798]i miei abiti e le poche mie masserizie a chi prendevale. Gron-dona si è spogliato anch' esso ad aiuto di tanta povertà. Io lascio pore al paese nn barile di polvere da fuoco, e ne riparto col cuore profondamente ulcerato dalla sciagura dei condotti in schiavitù e dalla poca mia fortana. — Parole ed atti degni di storia. All' impressione che lasciano nel cuore non manca oggi il conforto di poter dire, che la civiltà europea ha finalmente affogato quel mostro africano.
Il viceré1 spedì tosto colà l'uffiziale d'artigliera Pastour, con buon drappello di cannonieri e con corredo di munizioni ed attrezzi, onde preservare l'isola da novello attacco. Nè fu senza frutto; perchè alcuni giorni dappoi comparve nello stesso mare una grossa galeotta, con altro legno a vele latine, e con stendale barbaresco, i quali avrebbero tentato un secondo sbarco a portar via le briciole della prima posata, se quegli artiglieri non avessero con alcune palle che malamente li picchiarono fatto conoscer loro, che i difensori dell' isola non erano più addormentati. Spedironsi medicinali in gran quantità, i quali uniti a quelli già dapprima rilasciati dal comandante francese servirono a sanare i molti feriti rimasi colà: giacché fra le altre crudeltà dei predatori era anche questa d' avere sfracellato tutti i barattoli dello speziale. Inviossi pure in quelle acque la mezza galera regia chiamata Santa Barbara, comandata dal cavaliere Porcile, il quale avea a vendicare contro a quei barbari, già tante volte da lui malconci in vari incontri, la schiavitù de'suoi congiunti. Giungeva al tempo stesso opportunissima la somma di scudi duemila che il procuratore del duca di San Pietro, signore feudale di quell' isotetta, avea sollecitamente destinalo a sollevare i più necessitosi di quei vassalli.
Soprastava poi ad ogni altra sollecitudine la cura di redimere il più prestamente possibile quegl' infelici. Si seppe -prestamente per lettere del visconte di Flùmini, che il tragitto marittimo era stato cosa orrenda a descrivere, pei patimenti sopportati in quella stretta e infezione delle sentine; ohe il viaggio fatto a piedi e a capo discoperto, sotto ad un solo co-centissimo per lo spazio di tre ore prima di giungere alla fortezza di Tunisi, da tanti fànciulli e da tante donne ingàc-
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