Storia moderna della Sardegna di Giuseppe Manno
[4798] PARTE SECONDA. — LIBRO SESTO. 437
chite dal lungo dolore, era stato spettacolo di pietà da non obbliarsi giammai. Si studiò adunque immediatamente con quali mezzi si potesse ragunare il denaio della redenzione. E siccome trovavansi vacanti in quel tempo molti benefizi ecclesiastici di cospicuo reddito, ^nne in mente di farne prò per quella causa, chiedendo al papa le autorizzazioni necessarie.
Venne anche novamente in aiuto al pio progetto il generoso duca dì San Pietro, il quale oltre all'aver guarentito con la sua tonnara di Calavinagra le azioni di un banco di prestanza destinato a favoreggiare quel riscatto (sebbene per l'infelicità dei tempi sopravvenuti lo stabilimento di tal banco già autorizzato dal re non abbia avuto alcun séguito), non cessò poi di largheggiare a prò di queir opera ; avendo intanto sopportato egli solo tutto il dispendio necessario a rimettere in assetto e ricondurre a decente condizione quella chiesa parrocchiale, nefandamente bruttata e devastata dai barbari.
E siccome il re non indugiò ad approvare le fattegli proposizioni , e ad ordinare ancora che si volgessero a questo benefico servizio i crediti copiosi dell'azienda chiamata ex-gesuitica, incominciò fin d'allora a ragunarsi qualche fondo, che, accresciuto indi a poi con altri aiuti, diede mezzo, in tempo non discosto, sebbene posteriore al giro d'anni compreso nelle presenti storie, a poter compiere faustamente la santa opera.
Intanto avea dato fiducia di non difficili trattative il sapersi, per mezzo del console francese in Tunisi Devoise, che il bey avea mostrato grande malcontento per quegli atti di ferocia ch'egli dicea non avere autorizzato. (Quasi che l'assalto notturno di una popolazione, da recarsi schiava in una reggenza africana, potesse compiersi senza crudeltà di maniere, o quasi che potesse sperarsi temperamento da quell'abbietto gen-tarae, una volta aizzato a preda.) Comunque siasi, o che fosse psntimento d'avere insultato i Francesi già levatisi a tanta gloria bellica nel vicino Egitto, egli facea tosto atto lodevole, vietando che gli schiavi carolini fossero, come eravi intento, venduti in massa a mercatanti di carne umana, i quali disegnavano farne traffico sperperato in Algeri e in Costantina. Così rimasero uniti quegl'infelici in un sol luogo, perchè al buon momento della liberazione potessero anche trovarsi raccolti. Anzi
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