Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
capitolo primo- [17
la qoale, giacendo in più avventurosa posizione topografica, era già venuta in fama per industria e per commercio in Africa ed Asia, e come notammo di sopra, era fiorente e potentissima.
Finché stette in Roma il centro dell' Impero romano, tutta Toscana fu governata civilmente e politicamente da magistrali romani che si chiamarono pretori, consolari, correttori e presidi; ma quando Costantino nel secolo IV, (An. 330 dell'E. V.), spiantò dai sette colli il trono dei Cesari per trasportarlo a Bisanzio sul confine dell' Europa coli' Asia, dando così un nuovo crollo alle provincie italiane, que' governatori della Toscana, lunge più che mai da chi doveva moderarli nelle loro avidità, fecero aspro governo dei popoli, e li ridussero a una desolante miseria. Insolentivano e rubavano i magistrali, insolentivano e rubavano le soldatesche, —e i poveri popoli spogliali maledivano agi' insolenti e ai ladri , ma corrotti, spauriti, debolissimi non aveano virtù, non aveano braccia per redimersi da tanta abbiezione-
Cominciò in questo tempo a diffondersi per l'Italia « in Toscana la sanla religione di Gesù Cristo ; Firenze, sullo' spuntar del secolo IV, ( An. 313 dell' E. V. ) mandava a Roma un suo vescovo Felice per assistere a un concilio convocato da Melchiade papa; nè quel secolo era giunto ancora alla fine, quando sani' Ambrogio da Milano, a preghiera del popolo fiorentino, consacrava la basilica di San Lorenzo, allora fuor delle mura; in quel torno si fabbricò eziandio la cattedrale di San Giovanni, o come pensano altri, a quest'uso si volse un antico tempio di Marte, deità pella quale i Fiorentini, quantunque venuli al cristianesimo, continuarono ad aver per un pezzo una superstiziosa venerazione.
Ma in quel tempo in cui, col disfacimento dell' Impero romano occidentale, disfacevasi 1' antica società ; in cui alto vecchie idee pagane sotlentravano le novelle dottrine ispirate dalla religione di Cristo, altri avvenimenti si preparavano in remotissime contrade, i quali doveano spezzare affatto gli antichi legami sociali. Intere popolazioni barbariche si commossero nel settentrione dell'Asia, (che un dotto scrittore chiamò la patria delle origini, la matrice dell' uman genere creato, rinnovellato, redento, e la culla dell'incivilimento)
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