Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
capitolo primo- [35
giudizio fuori del loro territorio, di elegger da sè i propri magistrati, di far la pace e la guerra, di batter moneta e di esercitare quanto più potevano le prerogative della sovranità.
Anni 1177 dell' E. V. 1 — Firenze, continuando nei suoi disegni d'ingrandimento di territorio, svegliò ben presto le gelosie di Siena; mosse dallo stesso desiderio ambedue, si trovarono dal Iato del Chianti a confine fra loro, e vennero alla prova delle armi, che però riuscì in Val d'Om-brone funesta per Siena ; n' ebbero i Fiorentini aumento notevole di terre e di castella, e inorgogliti dai prosperi successi fecero oste al castello di Montegrossoli in Chianti, poi a quello di Pogna in Valdipesa, ridussero loro tributari gli Empolesi, e molli signori del contado costrinsero a disfare le loro rocche, a pagar dazio e a venire a starsi in Firenze. Questa violenza partorì odio al comune fiorentino ; quando Federigo calò in Toscana per trar vendetta di quelle città che aveangli resistito, quanti erano signori castellani spogliali de'loro feudi gli fecero folla d'attorno, si richiamarono acerbamente di Firenze, istigarono l'imperatore a rin-tegrarli nei loro diritti, che diceano tener dall'Impero, e tanto caldamente si adoperarono in questa bisogna che Federigo tolse ai Fiorentini lutto il contado c la signoria di quello fino a Firenze, e vi fece stare suoi vicarj che rendessero ragione e facessero giustizia per lui- Risero nondimeno per poco quei nobili, poiché alla morte di Federigo, avvenuta nel 1190 in Armenia il comune di Firenze sv^ era già ripresa l'antica giurisdizione per dieci miglia all'intorno, o come altri vogliono, gli fu restituita dal pontefice e dall' imperatore slesso per aver fatto i Fiorentini belle prove nella conquista di Damiata (an- 1192).
Arrigo VI, succeduto sul trono imperiale al padre Fc-
1 Sì ha memoria nei cronisti d'una grossa piena dell' Arno io quesT anno, la quale rovesciò un antico ponte.
5 Federigo Barbarossa era ito a combattere in Terra Santa; un ili che bagoavasi nel fiume Caleph, nella bassa Armenia, vi mori affogato, forse perchè la frigidità di quelle acque U intirizti e gli tolse 1' uso delle membra.
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