Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
54 STORIA della toscanadi 4,000 fiorini d' oro e più, c avvistosi che il suo consiglio sarebbe stalo ormai per riuscir fatale alla patria e utile a Pisa, mise fuori tante belle e buone ragioni per sostenere la sentenza opposita che il castello non fu più disfatto. Aldobrandino era povero; sì che divulgatasi, ad onta del suo silenzio, la virtuosa azione, n' ebbe in vita meritati applausi e magnifica sepoltura in Santa Reparata pochi anni dopo la sua morte
Anni 1258 dell' E. V. — Manfredi però non stette contento alle seduzioni usate coi Ghibellini di Pisa ; anche Siena, anche Pistoia e tutte le altre città della Toscana erano più o meno caldamente eccitate dai suoi messi, dai suoi parteggiatori. In Firenze poi sordamente rumoreggiavano gli Uberti coi loro consorti, coi loro amici, e avuta speranza di soccorsi esterni, meditarono di tentare un colpo, di cacciar via gli aborriti Guelfi e di riafferrare il governo della pubblica cosa. La pratica però non stette guarì a scoprirsi ; i caporioni citati a comparire al cospetto del podestà ne of-fesero con ingiurie e ferite la famiglia sul cader del luglio 1258 ; per la qual cosa il popolo armato corse a furia alle case degli Uberti, ne uccise uno, e molti ne prese prigionieri e li volle decapitali. Gli altri, sottrattisi a gran fatica alla vendetta popolare, con le principali famiglie ghibelline uscirono di Firenze e si ripararono a Siena; le loro cas» furono spiantate, nè cessarono sì tosto le pene e le morti perchè i magistrati, sospettosi di novelli moti, posero le mani addosso a moltissimi cittadini ; non fu perdonato in questo tempo neppare all' abate di Vallombrosa che era dei Beccaria ; di questo Pavese, che ebbe mozzo il capo, il Ma-lispini e il Villani dissero ingiusta la sentenza, Dante * lo pose nell'inferno nella bolgia dei traditori della patria; Roma fulminò l'interdetto sulla città.
I Dopo la battaglia di Mont aperti, i Ghibellini rabbiosamente speziarono il monumento dell'illibato cittadino, e ne dispersero le ossa.
¦ Tu hai dallato quel di Beccaria,
Di cui segò Fiorenza la gorgiera.
Dante, Ikfebno, C. XXXII.
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