Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
56 storia della toscanas'infervorarono anch'essi negli apparecchi di guerra; tolsero in prestito dalla compagnia Salimbeni, cittadini Senesi, ventimila fiorini d' oro che dovevano servire pel soldo di tre mesi alle corazze tedesche, richiesero d'aiuto i Pisani e lutti i Ghibellini d'Italia, e quando furono ragunate tutte le armi, che sommarono a più migliaia, bandirono oste a Montalcino e a Montepulciano, allora sotto la prolezione di Firenze.
Anni 1260 dell'E. V.— In questi ordinamenti guerreschi erasi consumato gran tempo , e siccome i Tedeschi allo spirar del trimestre, se non avevano nuove somme, volevano andarsene, si avvisò di usar sollecitamente della occasione , e di tessere anche qualche inganno per trarre i Fiorentini alla campagna; in ciò con studiala perfidia si adoperarono Farinata e un Cicca della casa Lamberti. Vidersi comparire un giorno a Firenze due frati minori da Siena che dissero aver gravi cose da esporre al comune , e volerlo fare in segreto ; due anziani ebbero il carico di udirli in Santa Reparata. Esposero i frati che i fuorusciti fiorentini, desiderosi di schiudersi le porte della patria con qualche azione virtuosa, si offerivano di dare in mano Siena, disgustata ormai dell'arrogante governo di Provenzano Salvani; si avanzasse dunque l'oste fiorentina sotto colore di protegger Montalcino, che essi le darebbono una porta della città, e facilmente se ne farebbono padroni.
Accettarono i Fiorentini la insidiosa profferta, e n' ebbero immensa sciagura e la meritarono, imperciocché se la guerra è pur troppo una dolorosa necessità, non vnolsi condurla con male arti e prave insidie. Tristi furono i Ghibellini ingannatori, ma non meno trista di loro debbe tenersi quella repubblica la quale tese l'orecchio ai consigli degli empi, quella repubblica la quale godeva il bene della libertà e attentava alla libertà altrui. Il conte Guido Guerra , Tegghiaio Aldobrandi 1, messer Cece Gherardini, e non pochi altri in. tegerrimi cittadini e maestri delle cose di gnerra, feceroI E Tegghiaio Aldobrandi la cui roce
Pel mondo su dorrebbe esser gradita.
Sarte, Ikflsno, C. XTI.
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