Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo primo
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      quattro giorni, che la pace fu rotta, ad istigazione, si disse, dell'Angioino, che nelle ire cittadinesche vedeva crescere la sua potenza in Firenze, come nelle ire italiane sperava un fondamento alla sua smisurata ambizione di regno. I Ghibellini, che non si sentivano in forze, fuggirono; il pontefice scomunicò la città, che solo fu ribenedelta dal suo successore Innocenzio V.
      Anni 1278 dell'E. V. — Allontanatisi da Firenze i Ghibellini vi era tornata la quiete, ma agli antichi odii, odii novelli si aggiungevano fra Guelfi e Guelfi per mala ambizione di soprastare, per invidia di ricchezze, per emulazione di potere ; anche queste si chiamarono fazioni guelfe e ghibelline, ma poco importa il nome ; gli uomini assennati dell' una parte e dell'altra previdero che si sarebbe tornati ai solili arruffamenti, e accordatisi coi primi magistrati del comune, inviarono ambasciatori al pontefice, allora Niccolò III, affinchè facesse opera di interporsi colla sua autorità, e di sedare le nuove turbolenze. Niccolò delle carico di questo ufficio al cardinal Latino suo nipote e suo legato, il quale venne in Firenze con trecento cavalieri.
      Anni 1279 dell' E. V. — Tutta la città eragli andata incontro con gran pompa, col carroccio, con armeggiatori, con tutti i magistrali, con tutto il clero ; il cardinale cominciò dal persuadere alla pace i privati, pacificò le famiglie che più erano avverse fra loro, gli Uberli e i Bnondelroonli ; poi ragunò tutlo il popolo sulla antica piazza di Santa Maria Novella, e qui con bellissima concione, perchè era uscito dall' Ordine dei predicatori ed era in fama di facondo dicitore, parlò della necessità della quiete e della concordia; fermò le condizioni della pace, minacciò gaslighi spirituali ed ammende in pecunia a chi la violasse, volle richiamati in patria i Ghibellini e rintegrati nel possedimento dei beni ; e per la maggior solennità dell'accordo, volle che l'unarapo le caie dei Moni, mercanti ricchissimi allora; il pontefice fu splendidamente alloggiato da costoro , e vuoisi che essi facessero le spese della nuota chiesa.


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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