Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
capitolo secondo.
CAPITOLO SECONDO
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Supremazia di parte Guelfa fino alla cacciai« di Gualtieri duca d' Alene.
Anni 1293-1343 dell' E. V.
Vinti gli Aretini e i Pisani, cessata in Firenze la paura dei nemici di fuori, risorsero più feroci le turbolenze di dentro.. I priori dovevano far ragione a tutti, dovevano frenare i grandi guelfi e i potenti, sempre pronti ad opprimere il popolo ; ma pur troppo si era notato che i cittadini i quali entravano in quest' officio non attendevano a osservar le leggi, sì bene a corromperle, e procacciavano l'impunità or dell'amico, or del parente, e ponevano le mani negli averi del comune sotto quel colore o queir altro. I buoni erano dunque malcontenti e biasimavano il novello officio de'priori, perchè i popolani grassi ed i Guelfi grandi la faceano da signori, ed ingiuriavano il popolo e talora anche lo battevano e colle armi lo ferivano-
La quiete fu di nuovo sbandita dalla città e dal contado, le leggi non avevano vigore, i magistrali corrotti o paurosi non pensavano a ripari, quando molli integri cittadini popolani e mercadanti, e di questi un valentuomo chiamato-Giano della Bella, cui dispiacevano tante prepotenze e tanti scandali, significarono con risentite parole al popolo che, se non si faceano gagliardi e immediati provvedimenti, la città precipitava a certa rovina.
Anni 1293 dell'E. V. — Usciva questo Giano della Bella da antica e illustre famiglia ; ma amico al popolo 1 e alla libertà, H popolo lo amava e grandemente lo riveriva. In que-
1 Giano fi itaccò dal ceto nobiliare e ai fece del popolo. Arerà 1' arme di Ugo marchete di Toscana inquartata nella ina, ed attendasiLjOOQle
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