Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč
94 storia della toscanasto il tempo per tutte le cittą di convenire in un solo pensiero d'indipendenza, di ostare alla discesa dell' imperatore, ma si odiavano tutte fra loro, e cosi gli agevolavano la via.
Anni 1310 dell' E. V. Per venire a capo del suo intendimento in Toscana, che pareva volergli resistere, l'imperatore faceva dire che veniva per metter concordia fra le parti, ma i Fiorentini, che voleano vivere democraticamente, e memori del bel frutto avuto dalla intromissione del Valois, si stringevano in lega coi Bolognesi e con tutti i Guelfi di Toscana, rialzavano le mura cittadine, le cingevano di fossi, si apparecchiavano a chiudergli in faccia le porte della loro cittą, e cosi il nobile esempio avessero imitato tutte le altre ! I Ghibellini di Toscana intanto con ogni possibile studio lo venivano incalzando e se gli offerivano parati a sostenerlo in ogni fazione, purché ristorasse il loro vessillo ; anche il nostro poeta Dante gli scriveva pił lettere che ci sono state conservate come un documento della sua nobile alterezza di carattere \
' Vedi te opere minori di Dante Alighieri tradotte e pubblicate in Firenze dall' erudito Fraticelli. Č bellissima, fra le lettere che di Dante si conservano, quella scritta a un suo parente, quando gli si prometteva di rimetterlo in patria ad umilianti condirioni : » Questo č adunque, scriveva, il glorioso modo per cui Dante Alighieri si richiama alla patria, dopo 1* affanno d'un esilio quasi trilustre? questo č il merito dell'innocenza mia che tutti sanno ? E il lungo sudore e le fatiche durate negli studi mi fruttano questo ? Lungi da nn uomo alla filosofģa consecrato questa temeraria bassezza, propria d'un cuore di fango; e che io a guisa di prigione sostenga di vedermi offeso, come lo sosterrebbe qualche misero saputello, o qualunque sa vivere senza fama. Lungi da me, banditore della rettitudine, ch'io mi faccia tributario a quelli che mi offendono, come elli avessero meritato bene di me. Non č questa la via per ritornare alla patria, o padre mio. Bla se altra, per voi o per altri si troverą cbe non tolga onore a Dante, uč fama, ecco 1' accetto; nč i miei passi saranno lenti. Se poi a Firenze non s' entra per una via d' onore, io non entrerovvi giammai E che ? forse il sole e le stelle non si veggono da ogni terra ? E non potrņ meditare sotto ogni plaga del cielo la dolce veritą, s'io prima non mi faccio uomo senza gloria, anzi d' ignominia al mio popolo e alla patria ? »
Noi non abbiamo saputo resistere al desiderio di offerire ai nostri giovanetti toscani un esempio cosģ splendido di virtł vera, di costanza nelle sveot<;re: di nobiltą di espressioni, senza bile, senza ve-eno.
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