Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
capitolo secondo. 95
Anni 1312 dell' E- V. — Arrigo, espugnata dopo lungo assedio Brescia, piegata colle armi e colla paura tutta la Lombardia, avviavasi a Pisa dal lato di Genova nel 1312 veleggiava alla volta di Homa, vi si faceva incoronare, poi per la via di Perugia e d'Arezzo accostavasi minaccioso a Firenze, deliberato di punirla per aver risposto insolentemente, come diceva, ai suoi ambasciatori, per aver osato ricominciar guerra con Arezzo, per aver soccorso di gente i Bresciani, per aver mandato gente in Roma ai suoi danni, ed aver fatto oltraggio al suo nome e alle sue insegne.
Anni 1313 dell'E- V. — Fermossi l'esercito imperiale alla Badia di San Salvi, da dove fece spesse correrie pelle campagne circostanti e fino alle porte della città; i Fiorentini stettero per senno di guerra sulle dilese, e speculando dalle alture le mosse dei nemici, uscivano loro addosso quando li vedevano sparpagliati, rapivano loro le vittovaglie, interrompevano i passi, le comunicazioni. L'imperatore, conosciuta la difficoltà dell'impresa, levò il campo, e Firenze audò superba di aver tenuto a bada e cacciato via un imperatore che avea spaventato colle armi e colla riverenza del nome tutta l'Italia. Stette Arrigo a San Casciano e a Poggibonsi più mesi, guastando e bruciando le case del contado; poi tornato a Pisa tolse alla città di Firenze ogni giurisdizione ed onore, e condannò il comune e molti cittadini in danaro; e altri nuovi danni per vendetta fece loro, con sua gran vergogna, quello tra gli altri di consentire ai Genovesi e ai Monferrini di battere fiorini d' oro falso sotto il conio di quelli di Firenze. Bella politica per guadagnarsene l'affetto 1 Indi a poco mori, e forse di veleno, a Buoncon-venlo nell' agosto del 1313 2.
1 Stando a Genova Arrigo citò davanti alla tua corte i Fiorentini e liptiiò d'ogni libertà e pr-vilegio ; i mercatanti fiorentini che v'erano ebbero a partire con grave danno delle loro faccende.
3 L' odio dei F.orenti i contro Arrigo VII fu tale che quando nei loro libri di commercio volevano notare una partita di credito inesigibile, scrìvevano: Dare dì Arrigo (ti Lanuigna. E questo uso beffardo (ìurù un peizo.
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