Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo secondo 109
      Poi anche i Visconti di Milano tolsero a Mastino la città di Parma; per la qaal cosa, giudicando egli di non po-ter più tener Lucca, deliberò di venderla al comune fiorentino, che gli sborsò dugentocinquantamila ducati. I Pisani, irritati per gelosia, coli'aiuto di Luchino Visconti corsero ad assediar Lucca, ruppero sotto le mura i Fiorentini guidati da Pandolfo Malalesta, e s'impadronirono della città.
      Anni 1342 dell' E. V. — I venti cittadini che - avevano il carico di amministrar le cose della guerra, e che le avevano così mal governale, s'erano volti al solito per aiuti a Roberto di Napoli, il quale mandò loro, con cento cavalli francesi e con altra gente, quel Gualtieri duca d'Atene, già conosciuto dai Fiorentini fin da quando fu vicario pel duca di Calabria (An. 1325). Giunse costui appunto in quel tempo che il popolo infuriava per la perdita vergognosa di Lucca ; laonde i venti, pensando a riparare in qualche modo ai tumulti e a frenar gì' improperi che loro si dicevano, s'appigliarono a più tristo rimedio e vollero eleggerlo capitano della loro gente d'arme. Molti dei grandi che vivevano in continua inquietudine, e che forse conoscevano quel duca, s'accordarono coi venti, e parve loro venuto il tempo di fiaccar l'ardimento del popolo. In questo proposito si posero attorno a Gualtieri, e tanto lo strinsero colle preghiere e colle promesse, che ai loro conforti parve lasciarsi andare a pigliar la signoria della città e del contado, a dirsene conservatore e protettore.
      Era il duca uomo ambiziosissimo, e visto che la città era divisa in tre ordini di cittadini, grandi, popolani e plebei, che il reggimento stava in mano dei popolani, e che perciò gli altri due ordini si agitavano e fremevano, meditò di favorir questi, e dopo studiate ripulse ed ogni maniera di ipocrite arti, accettò la signoria per un anno alle condizioni stesse che avevala avuta il re Roberto. Per velar meglio colla modestia la sete del dominare andò a starsi nel convento dei frati minori di Santa Croce ; poi fece sì che lo si volesse istallato nel palazzo dei Priori, che Io si gridasse signore a vita; e per darsi riputazione di severo e di giuste appo la plebe, si dette a perseguitare gli ammini-
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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