Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč
118 storia della toscananismo, e privati d'ogni offizio dicevansi ammoniti ; or tanto crebbe l'andacia dei capitani che per segrete gelosie e per basse invidie in men che facciano dieci anni, meritevoli o no, pių di dugento cittadini aveano dovuto patire la fatale ammonizione ; cosa che dispiacque a molli, e ai Ricci pių che ad alcun altro, perchč essi, non volendolo, erano stati la prima cagione della smisurata potenza degli Albizzi. Si pensō allora a un rimedio, e quel Ricci stesso che aveva voluto il rinnovamento della legge propose che i capitani di parte guelfa crescessero da sei a nove; che a dichiarar uno Ghibellino ci volessero due terzi dei voti, e non parendogli cautela bastante, volle si facessero di tempo in tempo borse di uomini guelfi che slessero ferme, e che quando i nove capitani avessero eon due terzi di voti deliberato, si traessero dalle borse venliqualtro nomi di cittadini, al cospetto dei quali l'imputalo di ghibellinismo si difendesse, e non si ammonisse fuorché nel caso che si avessero anche due terzi dei voti di questi. Fu temperala cosė la rabbia dei capitani, ma non quella dei Ricci e degli Albizzi, che seminavano di scandali la ciltā e faceanle temere di pių terribili scosse. I cittadini pių savi, per parare la imminente tempesta , avvisarono ai rimedi, si adunarono fra loro ; poi cresciuti di numero convennero nella chiesa di San Pietro Sche-raggio, e di qui mossero in corpo al palagio della Signoria, invitandola con accomodato discorso a provvedere ai disordini che nascevano dalle inimicizie dei potenti. I Signori dettero autoritā a una balėa di cinquantasei cittadini affinchč si adoperassero a spegnere le ire presenti e a tor via le cause d,ei mali futuri, ma non riuscirono a buon fine, perchč, se tolsero l'ardire ai Ricci, lo crebbero agli Albizzi, e gli odii si moltiplicarono e per novelli elementi inferocirono.
Anni 1375 dell'E. V. Dopo la pace seguita tra i Visconti e la Chiesa si applicarono attentamente i Fiorentini ad osservare gli andamenti de'ministri di papa Gregorio XI, avendo da qualche tempo innanzi avvertito che mentre egli risedeva in Avignone governavano essi liberamente lo stato della Chiesa in Italia, e ad altro non attendevano che a trarreLjOOQle
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