Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
coitolo terzo. 123
Anni 1376 dell'E. V. — Mentre infieriva questa guerra tra Firenze e il pontefice, santa Caterina da Siena, con singolarissimo esempio, fu mandata da quei che governavano la Repubblica ambasciatrice al papa in Avignone, per trattar della pace ; ed ella accettò lo spinoso carico, e fa accolta affettuosamente ; nulladimeno le sue fatiche non partorirono per allora l'effetto, perchè dall' una parte e dall' altra stavasi in sul tirare, e perchè i capi guelfi non operavano con rettitudine
* Non dispiaccia ai giovanetti toscani che noi li trattenghiamo alquanto sulla vita e sulle azioni di questa caritatevole serra di Dio, di questa illustre cittadina seaese; il beato Raimondo da Capua domenicano, suo confessore e discepolo , scrisse già una leggenda nel latino idioma su questa santa, e il Gigli la pubblicò, tradotta da Bernardo Pesci, colle lettere e cogli altri scritti di lei nel 1707 e segg. Consigliamo coloro cbe desiderano informarsi della sua vita ascetica e tutta spirituale , a legger quel libro ; imperciocché noi vogliamo solo accennare quante fossero le sue sollecitudini e i viaggi cbe intraprese a vantaggio della religione, dell'Italia e di Firenze, e le lettere cbe scrisse in questo proposito a pontefici, re, prelati e altri uomini sommi. Sappia la gioventù , nè lo avrà sentito dire troppo spesso , che santa Caterina da Siena non fu soltanto 1* umile ancella del Signore, mortifican-lesi colle astinenze, e colle macerazioni , ma fu creatura sublime, nu-drita dì altissimi sensi e di gagliardo intelletto; cbe seppe volgere a sue nobili voglie uomini sommi per senno, per grado , per autorità , serbando per sempre illibato il costume , innocente , schietta e modesta la vita. Nel 1847 nacque Caterina in Siena da Iacopo Benincasa e da Madonna Xapa , onestissimi e poveri artigiani, e fu penultima di venticinque tra fratelli e sorelle. Visse gli anni primi nelle prù strette pratiche religiose, piena di amore verso D'o e verso il prossimo ('): cercò fanciulletta la solitudine, innamorata delie virtù dei padri del deferto ; poi visto che potevano esercitarsi le più elette virtù cristiane
* Nel capitolo 6j.° d3 un suo libro mistico intitolato il Dialogo , e che ha per soggetto »» Come amando Dio imperfettamente, imperfettamente si an^a il prossimo »» leggesi questa bellissima comparazione in bocca all' eterno Padre :
w Se V amore di me ha ricevuto schiettamente, V uomo schiettamente bee P amor del prossimo suo. Sì come il vasello che s* empie dalla Jonte, se nel trae Juora bevendo , il vasello riman vuoto ; ma se egli bee, stando il vasello nella fonte, non rimane vuoto, ma sempre sta pieno. Così l'amore del prossimo spirituale e temporale esser bevuto in me senta alcun rispetto m.
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