Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
124 storia della toscanaAnni 1378 dell' E. V. — Colla morte di Gregorio XI, allora appunto che a Sarzana si discuteva della pace d'Ita-
anche fra le mura domestiche, e difenderle meglio coli'esempio, rimase più anni fra' suoi, finché s' ascrisse fra le terziarie di san Domenico. Intanto spenderà la vita ad educarsi la mente colla lettura dei baoni libri, colla consuetudine, coi colloqui e col carteggio di uomini pii e dottissimi , ad aiutar del consiglio e dei conforti coloro che ne abbisognavano, a richiamar nella diritta ria coloro che 1* avevano smarrita, e al assister perfino i pazienti al patibolo con un coraggio maggiore dell' età e del sesso. Ha la carità le face* parer ottimo ogni officio più ingrato. Una vita così attiva e tutta alle opere di carità e di amore le condnsse attorno molti discepoli, e la Toscana e l'Italia erano piene del suo nome, quando non aveva ancora compiuto il ventesimo terzo anno. £ a questa età la veggiamo correre a Pisa ed a Roma a petizione di parecchi devoti che desideravano aver colloqui oon lei e consigliarsi nelle loro fortunose vicende. Correvano dopo il i3jo tempi calamitosissimi per l'Italia e per la Chiesa romana , vedovata da poi tanti anni della sedia pontificia. Roma fino dal i3o5 era agitata dalle fazioni del popolo e degli insolenti baroni ; i papi mandavano legati a Bologna e in Romagna che non venivano a capo di conciliare gli animi, • che spesso li esacerbavano coli'asprezza dei modi, colle avarizie, eolle ambizioni. Vedemmo il cardinal Guglielmo Hoillet cupido di far sua la repubblica fiorentina ed inquietarne colle armi il contado ; «' e-rano aperte , dopo lunghe rappresaglie, alcune pratiche dal magistrato degli Otto col pontefice , il quale, non reggendo però risoluzione a suo modo , fulminava 1' interdetto sopra Firenze.
Or mentre questa guerra di armi temporali e spirituali durava, la fama di Caterina fece venire in mente agli Otto della guerra che ella potesse riuscir utile a tornar in pace Firenze col pontefice; la pregarono a recarsi in Avignone ed ella annuì, scorgendo in questa missione delicata un modo di giovare la patria e non uno stimolo a levarsi in superbia; oltre a questo pensò che avrebbe potuto far opera meritoria pacificando la Lombardia e tante altre città fattesi nimiche al pontefice per li mali suoi pastori e rettori, invitandolo a riportare la cattedra di San Pietro a Roma , e a volgere le armi cristiane contro gl'infedeli di Terra Santa ; imperciocché, assecondando lo spirito dei tempi, vagheggiava anch'essa l'idea d' una crociata, e già prima d' ora n'ave» scritto caldissimamente e più volte al pontefice. In questo sublime concetto Caterina nel 1376 veniva da Siena a Firenze, indi avviavasi ad Avignone. Non ci restano altre memorie scritte delle trattative di Caterina con Gregorio XI fuor che le lettere da lei mandate agli Otto della guerra , e potrebbesene arguire cbe tutto si facesse verbalmente. Scrive fra Raimondo da Ctpna, ebe l'accompagnò nel viaggio, comeLjOOQle
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