Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      capitolo terzo* 125
      lia, nell' aprile del 1378. la guerra finiva di fatto come accennammo , quantunque si aspettasse di conoscer le condizioni che poi approvò Urbano VI.
      L'audacia dei Guelfi divenne per questi nuovi casi insopportabile, e a ragione si temeva da tutti che, cessala la guerra al di fuora, si tornasse al solito alle armi civili. Venuto il tempo di trarre i nuovi priori, rallegraronsi molti che Salvestro de' Medici, amico ai popolani, fosse slato fattofacea quasi sempre , esser egli testimonio dinanzi a Dio ed agli uomini cbe quel benigno pontefice udendolo interpetrare le parole di lei (S. Caterina non parlava latino, come usavasi allora coi pontefici ) pose la pace nelle mani di Caterina, dicendo : n Affinchè chiaramente tu vegga eh'io voglio la pace, io la pongo assolutamente nelle tue mani ; ma ti stia a cuore l'amor della Chiesa, n È vero però che le pratiche della santa donna, molto voleulo il pontefice e poco accordando il oo-mune, non riuscirono a buon fine rispetto alla gnerra; solo potette ottenere che in onta alla opposizione del re di Francia , dei cardinali francesi e di quasi tutta la corte pontificia, Gregorio nel gennaio del 1rientrasse iu Roma; e questo fatto, che non è smentito da alcuno storioo, è gloria Sublime , e di cui non vuol esser defraudata la nostra Senese.
      Morto Gregorio XI, eletto Urbano VI, e nato scisma per via dell'elezione dell'antipapa Clemente VII, Caterina si pose attorno ad Urbano , il quale veramente scese agli accordi, e la pace fu fatta non senza merito di lei.
      Qnando infuriava il tumulto dei Ciompi ruolsi che Caterina amica a molti dei Guelfi fosse cercata a morte, e che a mala pena scampasse la vita. Le sue case furono arse , e niuno osava per paura della plebe ospitarla ; ma non per questo acconsenti mai a coloro che la consigliavano a tornarsene a Siena , deliberata di voler morire anzi che partirsi prima di veder fermata la pace.
      Non finì per questo il sublime apostolato di Caterina : Invitata da Urbano, lasciò di nuovo la patria, corse a Roma e s'adoperò caldissimamente a praticare accordi tra lui e la regina Giovanna di Napoli. Stava anche per recarsi a Napoli , ma la provvidenza volle compiuto il corso d* una vita così operosa e sì bella di sacrifizi al trigesimo terzo anno. Aj ag d' aprile i38o, dopo lunghi e indicibili tormenti che fecero vie più rifulgere la forza di quell' anima innamorata nell' amore di Dio , morì a Roma lasciando su questa terra un nome venerato. Fio II la canonizzò nel 1461. Rimangono di lei molti scritti e lettera, pregevolissimi per la materia e per la purità della lingua, e i compilatori del Dizionario della Cresta- ne hanno usato con qualche vantaggio.
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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