Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
138 storia dilla toscanaAnni 1404 dell' E. V. — La Repubblica finalmente si era composta in pace dentro e fuora, aveva fatta pace onorevole con Siena, 1 e, poiché il commercio erale sempre sorgente inesausta di ricchezze e queste voleva spendere ad incremento della sua potenza e della sua grandezza , tentò con inganno d'impadronirsi di Pisa, la quale da Gherardo d'Appiano venula gii per danaro nelle mani di Gian Galeazzo (1399), per eredità era toccata poi a Gabbriello Maria suo figliuolo naturale. Il colpo andò fallito, perchè i Francesi, ad istanza di Genova, la tolsero sotto la loro protezione; ma nello stesso tempo i Genovesi, d' accordo con Francesco de' Carrara signore di Padova, geloso dei Veneziani e in guerra con loro, fecero offrir segretamente Pisa ai Fiorentini', purché volessero far causa comune con loro.
Anni 1405 dell' E. V. — Gino Capponi mosse dunque alla volta di Genova per trattare col maresciallo francese, poi fermossi a Pietrasanta, dove coi commissari genovesi fu stabilito che Pisa, il suo contado e le fortezze di Ripa-fratta e di Santa Maria a Castello fossero cedute per la somma di ottantamila fiorioi d'oro alla repubblica fiorentina, la quale prometteva dal canto suo di dar soccorsi al siguore di Padova. Gino avea preso possesso della cittadella di Pisa e del castello di Ripafratta, vi aveva lasciato un presidio, quando giunse la nuova che i Pisani s' eran ripresi la cittadella. Così ebbe principio una nuova guerra ; Pisa fu assediata con numerose forze cittadine e venturiere condotte dallo Sforza da Cotignola, da Agnolo Tartaglia e da altri. Resisterono vigorosamente i Pisani, ad onta delle durezze degli assedianti, finché, rifiniti di villovaglia e ridotti ad estreme angustie, trattarono della resa col Capponi commissario dell' esercito. Ratificalo dal comune il traltato,
' II trattato ha la data degli n'aprile. Siena dovea eacciar dal suo comune, contado e distretto il luogotenente del duca di Milano e tutti ¦ suoi dipendenti e fautori ; dorerà altresì cancellare qualunque insegna, pittura o «cultura rappresentante il Biscione visconteo dai patatai e dalle caae, torlo ria dalle monete, e d'indi innanti governarsi liberamente.
Atti pubbl Arch.o delle Riform.
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