Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
capitolo quinto. 145
anni; molti altri della sua famiglia patirono la stessa sorte* Venezia riparò l'ingiustizia dei Fiorentini, accogliendo l'illustre sbandito con ogni maniera di riguardi e di onoranze; • ì snoi nemici, anzi che esultare della violenta vittoria, ne furono spaventati.
Anni 1434 dell'E. V. — Per via dei torbidi che, suscitati dal duca di Milano, infuriavano sempre negli stati pontificj ed in Roma, Eugenio IV avea dovuto fuggire travestito da monaco e ricoverarsi a Firenze; il comune, inchinevole a questo pontefice, congiunse le sue milizie a quelle de'Veneziani e ricominciò la guerra col duca di Milano, ma n'ebbe la peggio j il popolo,¦ a questa nuova, istigato dalla fazione medicea e dolente della lontananza di Cosimo , di cui soffi ivano i poveri e il commercio, faceva un gran rumore e sperava nella nuova signoria', che nel settembre usci composta di cittadini favorevoli ai Medici, condannò alla carcere l'ultimo gonfaloniere, e citò a palazzo i eapi della fazione contraria. L'Albizzi indispettito, e alcuni dei suoi partigiani, invece di obbedire si armarono sulla piazza di Sant'Apollinare, e chiamata seco loro molta gente, s'avviarono ardimentosi verso la piazza dei signori, i quali sopraffalli dal pericolo, chiusero le porte del palazzo, mandarono dire parole conciliatrici a Rinaldo, ed anche Etigenio IV, aiutato dal cardinal Vitelleschi, (allora vescovo di Recanali, poi arcivescovo di Firenze) per amor della pace gli si pose d'attorno; a meglio persuaderlo più valse però dell'autorità veneranda del pontefice, h» freddezza sconsolante dei suoi compagni; sicché a malincuore e pieno di dispetto depose te armi. In questo mentre giungevano in città numerose soldatesche le quali occupavano i siti più forti e quelli più vulnerabili; la signoria, ripreso animo, chiamò il popolo a parlamento, fece ima nuova balla, e l'Albizzi con mollissimi della sua fazione fu"condannato all'esiglio. La stessa balla richiamò Cosimo in patria, quasi a pienezza di voti, e i suoi concilladini gli andarono incontro festeggiandolo, e significandogli cogli alti e colle parole il dolore provata della sua lontananza e la gioia del ritorno. Cosimo apparve tutt'allro uomo daquelló che fino allora èra Sembrato.
Storia dell» Toscana 10
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