Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      STORIA DELIA TOSCANAn dispello dei commissari fiorentini, cui pareva che la città non potesse più a lungo resistere. I signori, persuasi cbe gl'indugi e le soverchie precauzioni del capitano fossero una prova di perfìdia e di tradimento, lo invitarono a portarsi a Firenze; egli v andò senza sospetto, ma fu arrestato e torturalo, senza potergli strappare una parola , e condannato ;id aver mozzo il capo in una delle sale del palazzo. Il suo fratello Vi ellozzo, invitato anch'esso a recarsi a Firenze, fu sorpreso per via; ma egli si difese con gran vigore, si salvò a Pisa , e per desiderio di vendetta inquietò in più congiunture la repubblica-
      Luigi XII, appena salito sul trono di Francia , -meditò di far rivivere i diritti che per parte dell'avola sua Valentina Visconti, unica erede dell'ultimo duca, aveva sul Milanese e accarezzando il pontefice Alessandro VI. e facendo larghe promesse a Venezia , calò in Italia. Lodovico Sforza spaventato volgevasi a Massimiliano , al re di Napoli e al comune di Firenze, ma l'imperatore era impotente, e i Fiorentini impegnati nella interminabile guerra di Pisa e amici costanti ai Francesi non lo secondavano. In venti giorni Luigi conquistò il Milanese e ne cacciò Lodovico, il quale tini male i suoi giorni in un castello di Francia, scontando meritamente il peccato enorme di averli chiamati in Itali».
      I Fiorentini chiesero al re l'adempimento delle condizioni fermate con Carlo Vili, cioè la restituzione di Pisa e delle sue fortezze, e Giorgio d' Amboise cardinal di Roano stipulò un nuovo trattato , col quale prometteva di aiutarli a ricuperar Pisa e Pielrasanta, ed obbligavasi a mandar loro seicento lance e cinquemila Svizzeri, i quali soli dovevano esser pagali da loro. Parte dell'esercito francese entrò in Toscana dal lato di Pontremoli pei monti apuani; quei soldati che doveano aiutare! Fiorentini occuparono Pietrasanta, ma invece di darne il castello ai commissarj della repubblica, come voleva il trattato, Io ritennero in deposito, finché il re decidesse, dopo la sommissione di Pisa, a chi doveva appartenere. Mossero poi all'assedio di Pisa, la quale durò a difendersi colla "'solita energia, e alle proposte del capitano'fì-ancese, Belmonte, rispose esser suo desiderio di obbedire al re di Francia e di riceverne le genti fra leLjOOQ
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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