Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč
CAPITOLO QUINTO. ' 207
giolo Buonarroti 1 datane il disegno, ne governava col titolo di procuratore¦ generale le opere, e faceva servire alla difesa della patria il suo genio sovrano. Soldaronsi poi altri capitani ed altre genti, si che neHa sola eillą si numeravano quindici migliaia di combattenti, meno quelli che il Baglioni avea menati seco, quando il principe d'Orange , viceré di Napoli e capitano dell'imperatore avealo caccialo da Perugia.
L'Orange con trentaseimila combattenti spagnuoli, tedeschi e italiani, nomini d'arme, cavalleggieri e gente parecchia di ventura, brutale, sbrigliala e avidissima di predare, accostavasi alla Toscana dalla parte d'Arezzo ed occupava questa cittą, donde ritiravasi il Baglioni per correre a Firenze. Arezzo, avversa ai Fiorentini , si dette a credere di potersi reggere a libertą, si ribellņ e occupņ per forza Cor-Iona, Castiglione Aretino e Scarperia.
Al giunger del Baglioni a Firenze con Anton Francesco degli Albizzi commissario, la cittą era piena di ansie , gli animi sconvolti e partiti, nč vi mancavano seminatori di paure e di zizzauie; chi era amico ai Medici fuggiva a fretta, non ultimo lo storico Guicciardini; i deboli rinnovavano proposte di accomodamento a Clemente che slavasi a Bologna, e s'udirono un'altra volta rispondere che si dessero a mer-rč. L'infima plebe, al solito, agitata da tante voci diverse , da tante turbolenze , e temendone delle maggiori, fattasi ornai indifferente ali? libertą e alla servitł, desiderava pace. Nulladimeno, dei sedici gonfaloni, quindici si offerirono generosamente a difender la patria e si apparecchiarono a sostener la dura lotta.
Sudavano notte e di cittadini e soldati attorno le mura di Firenze ; gagliarde opere si fecero dal lato del Monte, e pe fu raccomandata la difesa a Stefano Colonna. Maggiore
* Non fa aolo Michelangelo a impiegare le arti belle a aerviło della pftria. Giovan Francesco da San Gallo andņ a fortificare il Borgo a 6an {Sepolcro, San Gimignano e Fnceccbio; Sebastiano Serlio, ingegnere del duca di Ferrara, venne a dar consigli anch'esso intorno alle nostre fov-tsfic azioni; Baldassarre Peruzti all'incontro mandatovi dal comune di Siena, atava coll'esercito nemico: č da avvertire perņ che Siena fu co-atretta dagl'imperiali a dareaiutoall'esercito, ma che Baldassarre avrebbe potato negar l'opera ma.
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