Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
212 STORIA DELLA TOSCANAagli accordi, purché fosse salva la libertà, e impuniti per qualsiasi fallo i cittadini. Precipitando di vergogna in vergogna spacciarono i Signori alcuni cittadini al eampo nemico, e doveva accompagnarveli Malatesla Baglioni che tradiva la città peggio che Giuda; ma giunti alle ca$e di costui vi trovarono già Baccio Valori, commissario (Jet pontefice, e Ferrante Gonzaga, succeduto all' Orange, coi quali s'aveva a trattare, e l'accordo fu concbiuso ai 12 agosto 1530-
Se alle parole avessero corrisposto i fatti, sarebbe venuto onore ai vincitori; all'incontro, di tutte le concessioni, dice il Varchi, contemporaneo e integro scrittore, non solo non ne fu osservala nessuna per parte di Clemente, ma di ciascuna fu fallo il contrario. Fu detto a nome del pontefice esser troppo piccola la taglia di ottantamila ducali-, si cacciarono in prigione lutti quelli che aveano voluto fa guerra, si spogliarono coloro che vollero eStilando salvare una vita venduta al carnefice ; si- tolsero al popolo i viveri per darli a sprecare ai soldati, si vuotarono le case, si lasciarono morir di fame, di peste, di dolore i cittadini Poi vennero gli accatti sotto pena del capestro e della mannaia, si vollero ostsggi, si straziarono gli uomini, si confiscarono loro i betfi, si uccisero ingiustamente, crudelissimamente. Lo stesso Baccio Valori commissario del papa, dopo dieci mesi d'assedio, n'ebbe pietà 1 Tanto costarono ai Fiorentini le lunghe discordie, lo starsi tanti secoli disarmali, l'aver creduto a chi li tradivaAnni 1531 dell'E. V. — Cosi cadde miseramente ma non indegnamente sotto i colpi di Tedeschi, di Spagnuoli
1 In quest'anno e nei tempo dell'assedio mancò in Firenze Andrea del Sarto, e crederi fermamente ch'ei morisse di fame !
8 A 3g anni, straziato da orribile malattia, dai rimorsi e dalla rabbia, morì disperatamente nel i53» Nalatesta Baglioni, esecrato allora, esecrato sempre da qnanti hanno in pregio l'onestà. S'ebbe meritamente costui la sorte di tutti i traditori-, Clemente non si fidò di lui, e dette Firenze in guardia ad Alessandro Vitelli; egli pensò tornar tiranno a Perugia, ma il pontefice gli rese i beni della famiglia e nulla più ; al suo nipote fu negato il oappello cardinalizio, al figlio una no-, glie illustre. Si accordò un asilo in Perugia dal cardinal Ippolito deiLjOOQIC
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