Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè
CAPITOLO SETTIMO.
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sotto il patrocinio della Francia o della Spagna; a questo proposito spedirono ambasciatori alle due corti che non vollero impacciarsene. Si persuasero allora che faceva d'uopo rinunciare alle belle illusioni, e per non cadere in mano di Cosimo, che già aveva avviato numerose bande a Boncon-vento, disperatamente si offerirono al pontefice; ma anche Paolo IV, che se la intendeva benissimo in questi tempi col dura, si schermi dalla offerta. Bisognò dunque piegarsi a Cosimo e giurargli fedeltà- Giustizia vuole non pertanto che si dica esserne stali trattati con una certa mitezza; così furono riuniti agli Stati del duca Chiusi. Grosseto, Ra-dicofani e Montepescali, occupati dianzi dai Francesi.
Una gravissima calamità aveva afflitto nell' anno 1557 Firenze e tutte le campagne che si distendono lungo il corso dell' Amo ; rovinose , dirotte piogge erano cadute nel settembre per tutto il Mugello e nel Casentino, cioè per tutta la valle superiore del fiume ; il quale, orribilmente ingrossato, ruppe gli argini, superò le rive, dilagò le campagne, rovesciò case, molini ed alberi, portò seco la speranza delle future raccolte; in Firenze rovinò il ponte a Santa Trinità, inondò quasi due terzi della città, ed in alcuni luoghi più bassi le onde aggiunsero all' altezza spaventosa di undici, altri dicono quindici, braccia ; alcuni abitanti perirono , le merci e le viltovaglie che erano pei magazzini e pelle cantine furono perdute irreparabilmente, i fabbricali più deboli patirono guasti indicibili, il fango, di che fu piena per più mesi la ciltà, minacciò di più gravi danni la salute della popolazione , affi itta dei mali patiti e spaventata dalla carestia. Cosimo, cui staTa a cuore di mantenere per ogni modo possibile la quiete dello Stato, si adoperò diligentissimamente ad incettar granaglie nelle più rimote contrade, a soccorrere gl'inondati più poveri, a riparare ai bisogni più urgenti, a nettar le strade dalle immondizie. Egli sapeva che i popoli si agitano e si levano a tumulto più spesso per fame che per conculcati diritti — allora 1
11 trattalo di Castel Cambrese avea pacificato la Francia , l'Inghilterra e la Spagna ; aveano restituito i Francesi il Piemonte, la Corsica e le piazze senesi ; e il duca Cosimo più di tutti faceva festa di questi accordi, come que-
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