Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO SETTIMO. 275
      suo fratello, che era pietra di scandalo, ma per allora non si venne a capo di nulla, perchè pareva cbe si facesse assegnamento sopra il matrimonio d'una sorella della regina di Spagna col primogenito di Ferdinando, il quale però non se ne dava per inteso per non mostrarsi troppo indulgente alle pretese di quella corte.
      Venne in questo tempo a proposito la morte di don Pietro 1 ; il granduca si trovò sollevalo da una grande inquietudine , imperciocché, olire a strappargli con modi violenti immense somme di danaro, non rifiniva mai di aizzargli contro il re, e di procacciargli con ogni mala arte l'a-nimavversione dei ministri; infalli la corte spagnuola mutò di subilo contegno rispetto al granduca; dalle continue rappresaglie si passò alla confidenza e all'amicizia, gli si promise l'investitura di Siena e s'intavolò il trattato di nozze Ira l'arciduchessa Maria Maddalena d'Austria e il principe Cosimo - come arra di riconciliazione.
      Anni 1607 dell'E. V. — Il desiderio del granduca di promovere sempre più il commercio e di tenere in esercizio la sua marina gli faceva pensar senza posa a nuovi disegni, a novelle intraprese ; intanto una sollevazione scoppiata in questi giorni in Soria glie, ne porse l'opportunità. I Turchi travagliavano con continue correriel'Italia e l'Ungheria; a Ferdinando parve poterne!! stornare procacciando aiuti ai rivoltosi Soriani, e si volse al pontefice, allora Paolo V di casa Borghese , e al re di Spagna , per invitarli a far la conquista di Gerusalemme: mandò intanto egli slesso emissarj ai sollevati con navi cariche di munizioni e di artiglierie e vi oltenne privilegi e vantaggi pel suo commercio e comodi 9tabitimeati. Pensò poi che la conquista di Cipro sarebbe felice avviamento air impresa, e lanciò in mare otto galee ed altre navi minori, che si sbandarono per via e si ritrassero al porto toscano senza ferir colpo e non senza vergogna. Allora volle sorprendere la cillà di Bona sulle coste
      ' Mori don Pietro de' Medici di odi quartina che lo consumò lentamente- Vegli estremi della vita, con i]na lettera piena di umiltà e di cristiana rauegnaiione, raccomandò al granduca fratello cinque figli cbe arera, e (ti e busse perdono di tane le amarene cbe area gli procacciate*


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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