Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč
CAPITOLO SETTIMO. 308
atlenlaloria ai tuoi diritti di alto dominio, i quali erano apertamente impugnali dal granduca, dimostrando che lo stato di Firenze era libero e indipendente da qualunque potenza, e che per gli altri feudi aveva gią chiesto al collegio elettorale a Francofone le investiture in favore della Elettrice.
Ora comincia lunga c fastidiosa storia di pretensioni, di adescamenti, di promesse, di ambizioni, di trattati; la Francia voleva la Toscana per un Borbone ; si pensava alla casa di Parma, di Savoia, di Modena, di Baviera e di Lorena; scappava fuori anche un Medici da Napoli, e a Vienna si agitavano questi negozi con calore dai ministri imperiali; si pesavano i diritti e le convenienze dell'una e dell'altra famiglia, e parve che quella di Modena riunisse in principio un maggior numero di voli.
Anni 1718 dell'E. V. Pur nondimeno le cose andavano in lungo, a motivo delle turbolenze insorte in Europa per opera della Spagna, finche nel 1718, una quadruplice alleanza, dell'imperatore, della Francia, dell'Inghilterra e degli Stati-Uniti dell'Olanda, stabili con un trattalo a Londra la successione al granducato di Toscana e al ducato di Parma e di Piacenza nella persona dell'Infante don Carlo di Borbone, secondogenito di Filippo V re di Spagna e di Elisabetta Farnese. Fu convenuto che Livorno rimanesse porto franco perpetuo; che quella parte dell'Elba, posseduta dalla Spagna, fosse riunita al Granducato , e che le piazze principali, cioč Livorno e Portoferraio, per maggior tutela ricevessero una guarnigione svizzera. Il duca Francesco Farnese vecchio, il principe Antonio suo figlio obeso e mala-liccio, fecero un rumore infinito di queste deliberazioni; il granduca, rammaricandosi di vedere esclusa dalla successione la sua figlia diletta, protestņ solennemente contro il trattalo alle quattro corti, disse che la repubblica fiorentina, di cui egli rappresentava l'esistenza e le ragioni, non era mai stata soggetta all'impero, volle che fosse mantenuta la indipendenza e la libertą del dominio fiorentino eh' egli teneva dal voto espresso dal popolo al suo antecessore Cosimo I, e non dai diplomi di Carlo V a favore d'Alessandro;
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