Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      25 i STORIA DsL LA TOSCANANel 1734 convertì lo spedale di Bonifazio in asilo dei poveri del granducato, volendo che vi si applicassero a quei lavori che più fossero idonei alla capacità e alla condizione di ciascuno , e coll'annuenza del pontefice Clemeute XII dotò quell'asilo , che si disse di San Giovan Battista, delle entrale di quattro monasteri di femmine, che in quella circostanza furono soppressi.
      Miserrima era la condizione della Toscana in quesli tempi; la pubblica amministrazione era piena di corruzioni e di abusi dappoi lunga stagione abbarbicati, e più dai tempi di Cosimo III in poi ; d'industrie e di commerci non manife-stavasi indizio; la morale, il pudore pubblico erano in vituperevole modo contaminati ; ni queste cose volevano esser taciute, perchè sono vere, e perchè danno la misura giusta dei miglioramenti che si fecero dopo.
      Men disperata, a dir vero, appariva la condizione delle scienze e delle lettere e meno quella delle prime che delle seconde, ma le arti erano in gran decadimento, e non stavano meglio davvero pel rimanente dell'Europa; non già cbe gl'ingegni .mancassero, che v'erano pur troppo, ma il gusto, la buona direzione mancava, la semplicità, l'altezza e la dignità dei concetti erano sparite in coloro che le esercitavano. Lo studio eh' e' ponevano in superar le difficoltà , postisi dietro a famosi, inimitabili esemplari, uno strano vezzo di cercar queste difficoltà anche laddove non erano, li trassero in sconcezze, in difformità, in ridicolaggini che ai nostri occhi, rinverginati allo studio della natura e del vero, tristamente ributtano. Tranne pochi, il tempo ha fatto però severa, ma debita giustizia di tutti, condannandoli all'oblivione e allo spregio universale-
      Colla morte di questo priacipe, più tardi con quella dell'Elettrice palatina , avvenuta nel 1743, si spense la famiglia medicea che, da cittadina e popolana, colle ricchezze e colle ambizioni si fabbricò un trono sui rottami della repubblica.
      Comparve in questo tempo e circolò una protesta del principe don Giuseppe de'Medici d'Ottaiano residente a Napoli, colla quale, come più prossimo agnato dell'estinta famiglia , ne riclamava i beni allodiali in virtù del fidecom-
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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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