Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisč
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STOMA' DELLA TOSCANAghilterra, la Spagna, il Portogallo, la Russia, la Sardegna le Due Sicilie si stringevano in lega fra loro; il granduca di Toscana, guardando alla piccolezza dei suoi Stati, come le repubbliche di Genova e di Venezia, avrebbe voluto durare a starsi di mezzo; ma l'Inghilterra, dopo lunghi e ripetuti richiami, dopo averlo minacciato perfino di sfolgorar Livorno colle artiglierie e di vedersi occupata la Toscana dai collegati, lo trasse a malincuore nella lega. L'agente repubblicano fu invitato allora a lasciar la Toscana, la quale si trovņ in aperta rottura colla Francia repubblicana.
Anni 1794 dell'E- V. Le maravigliose vittorie di questa potenza aveano ridotto a stretti termini il Piemonte; gli animi delle popolazioni o v'erano spaventati o si lasciavano andare all'impeto delle novitą francesi; Genova e Venezia aveano dovuto persuadersi che neutralitą disarmata era un'illusione; nel reame delle Due Sicilie all'incontro si scrivevano milizie per difendersi; ma erano nella capitale e nelle Provincie moti, congiure, desideri ardentissimi di riforma; la sola Toscana in tanto subuglio, in tanto concitamento di animi pareva quieta, e veramente la prudenza e la moderazione di Ferdinando III in tempi cosi calamitosi, meritņ laudi sincere.
Nulladimeno si potč stipulare in quest'anno, mercč le cure del savio marchese Manfredini, un trattato di neutralitą Ira la Toscana e la repubblica francese; rivocava il granduca ogni atto di adesione che avesse potuto fare coi collegati contro la Francia, mirando a stornare dall'amato paese qnelle sciagure che affliggevano tante altre contrade italiane. Giunsero grate quelle novelle; i popoli della Toscana ne fecero festa, e pił di tutti gli altri i Livornesi, che vedevano riaprirsi una sorgente di ricchezza nei traffici del loro porto. Pubblicava nel tempo stesso Ferdinando III che la Toscana non doveva immischiarsi delle turbolenze d'Europa, non essendo la sua prosperitą e la sua salute affidata ad alcuna delle potenze belligeranti, ma si alla fede dei trattati e pił al sacrosanto diritto delle genti; ella che mai non avea dato motivo altrui di offenderla, ma s'era serbala imparziale, obbedendo alla legge del 1778 pubblicala da quella savia mente del granduca Pietro Leopoldo-
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