Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO OTTAVO,
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      effusione di sangue- Il di seguente tornò con più rabbia a combattere, scalò le mura, spalancò una porla, e tutte le schiere repubblicane fecero impelo nella città e la occuparono, sotto una pioggia micidiale di sassi, di palle e d'ogni maniera di proietti, che i cittadini faceano cadere dalle finestre, dai tetti, dalle feritoie improvvisate per tulle le case. Nulladimeno fu forza cedere; e i vincitori, sdegnati della lunga ostinazione e delle morti dei loro compagni, empierono la città di stragi, vuotarono le case, posero a sacco ogni cosa- Alcuni cittadini, che aveano potuto salvarsi nel castello, scesero a patti e li ottennero onorevoli; il castello fu spiantato, le mura rovesciate in più luoghi. La nuova della dura sorte d'Arezzo sbigottì le altre città della Toscana che avrebbono voluto resistere; cessò per ogni dove"
      10 strepito delle armi) rimase il dolore e la rabbia dei danni palili, la paura di danni maggiori.
      Anni 1801 dell'E. V. — Col trattato di Luneville tra la Francia e l'Austria stipulato nel gennaio del 1801 si volle che Ferdinando III rinunciasse alla Toscana e a quella porzione dell'Isola d'Elba ch'ei possedeva, e che queste passassero in piena sovranità dell' infante Lodovico Borbone duca di Parma; a Ferdinando si davano compensi in Germania e libertà di disporre dei beni particolari, che, per acquisti propri, del padre e dell'avo, possedeva in Toscana;
      11 nuovo sovrano doveva rispettare i crediti, gli stabili" menti e le altre proprietà del granducato e i debiti ipotecati sullo Statoli re di Napoli, che avea spinto i suoi soldati sul territorio romano, li inoltrò fino a Siena, ma il Miollis, generale francese che slava a Pisa, e il general Pino li assalirono, li batterono, li ricacciarono nello stato ecclesiastico. In un congresso tenuto a Firenze nel marzo dello stesso anno fu poi conchiusa la pace; 11 re di Napoli rinunziò ai Francesi, e per sempre, Porto Lungone nell'Isola d'Elba, gli Stati dei Presidii e il principato di Piombino.
      Non vuoisi pretermettere ohe gli Elbeni, per devozione al granduca Ferdinando III, opposero onorevole resistenza alla flotta francese, e che solo cedettero quando vi furono


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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