Storia della Toscana dalla fondazione di Filippo Moisè

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      CAPITOLO CNDECIMO,
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      una legge che diede una'onesta libertà alla parola, la Toscana indi a poco ne segui l'esempio, ed iniziò anch' essa le future riforme con questo grande, importantissimo passo verso ii risorgimento italiano. Gli uomini sinceramente liberali e a-mici del progresso ebbero libero il campo a moderate di* squisizioni sulle cose governative, a esprimere i loro voti, a porger consigli affinchè le manifestazioni tumultuarie, le pubblicazioni clandestine cessassero, affinchè una volta, il governo ed il popolo si conoscessero, e in necessaria con" cordia si unissero.
      Il giorno 6 di maggio spuutò dunque faustissimo per la Toscana famiglia, e se molti non trovarono in quella legge tutte quelle larghezze che vi avrebbero desiderate, le istruì zioni che susseguilarono pel* l'applicazione di quella furono benissimo accolte, e a buon diritto lo meritarono. Nuovi atti si pubblicarono in questo tempo é significarono la volontà deliberata del principe di entrar risolutamente nella via delle civili riforme; bellissimo di questi nno che, voi* gendosi a tutti i capi d'uffizio del granducato t diceva loro che, essendo ora permesso criticare leggi ed alti governativi sia loro prineipal cura di profittare di quanto posta euer detto di utile e di opportuno al vero bene dello italo qualunque sia la parte onde venga.
      Col 31 maggio isliluivasl una commissione per compilare il codice civile, eoo un'altra il codice criminale, dovendosi determinare con precisione la competenza della polizia in materia punitiva, e s'invitavano magistrati, professori in facoltà legali e giureconsulti a comunicare a quelle commissioni i loro pensieri e tutto quello che avesse potuto tornar utile al divisamento.
      Si pensò al riordinamento dei municipii, dicendo il principe essere sua volontà di dar nuova vita a questa solenne istituzione, e s'invitarono i soprintendenti a una conferenza da tenersi in Firenze, in unione a un certo numero di gonfalonieri o altri impiegati commutativi.
      Ma uon erano paghi i desiderj dei Toscani; volevasi una guardia cittadina, e il desiderio fvivissimo manifestavano i giornali, le grida pelle vie, le petizioni collettive, le deputazioni al ministero; finalmente il quinto giorno del settem-
      Dif


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Storia della Toscana dalla fondazione di Firenze
di Filippo Moisè
V. Batelli e Compagni Firenze
1848 pagine 378

   

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