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PREFAZIONE
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Che le prefazioni, contrariamente a ciò che il nome parrebbe indicare, per lo più si scrivano, e spesso anche si pubblichino, ad opera finita, è cosa frequente ed ovvia, in cui, assieme a qualche svantaggio, vi può pur essere non di rado più di un vantaggio. Ma, che anche questa che qui s'incomincia sia del numero di cotati prefazioni poste in coda anziché in ci rte, è cosa la quale non ha con sè che dei danni, dappoiché pur troppo questa volta l'esser la prefazione posposta all'opera viene in altri termini a i gnificare che non è già scritta dall'egregia ucmo che iniziò e proseguì per buon tratto questa Stona della letteratura romana, bensì dal suo continuatore. Significato doppiamente tristo : dappr.ma, per ciò che il lettore sarebbe stato di certo assai più istruito e difettato da queste pagine, se le avesse potute scrivere il primo autore di quest'opera; e di poi, perchè, quando il suo continuatore fosse pur dappiù che non è, sempre recherebbe ma ncoma il pensare che chi incominciò quest'opera con tanta fede ed ardore, e nello scriverla g^a si compiaceva pregustando la lode che gliene sarebbe venuta, ed il, besie che ne sarebbe uso.to per gli stnd italiani, abbia dovuto, in età ancor giovane, e prima di toccare la meta, miseramente soccombere. Povero Tamagni! Benché già pross:mo alla sua fine, egli non la presentiva, e seguitava, infermo com'era, a scrivere e a dettare, ed era ansioso di sentire dai suoi amici, qual giudizio portassero della parte già pubblicata dell'opera sna. Ed io tra gli altri ebl>; appunto a scrivergli a lungo ed a fargli le mie censure amichevoli, alcun, giorni pr. na ch'egli morisse, ed ero lontanissimo allora dal pensare ch'io avesi.' a sostituirlo. E quando egli ci mancò, e l'ottimo editore s'ebbe a mettere alla ricerca di chi ne compiesse l'opera, rimasta così in tronco, io fec a nome di lui vive premure, perchè s'assumesse quel quasi pietoso .ufficio, presso tale che per la cognizione profonda delia letteratura romana e delle opere ital'ane e straniere ove ne è narrata la stoi .a, per la sobr.età e la perspicacia della mente, per la riputatone meritamente acquistatasi di sapere con molta eleganza scrivere latinamente , e d' aver introdotto nell' insegnamento latino di una delle più cospicue oostre università un metodo invidiab »e a tutte le altre, (come quello che squisita-mecte amalgama le doti dei cosi detto umanismo con qnelle della crii. ;a e delta filologia, moderna), ed anche per l'amicizia grandissima che a-^eva avuta col rimpianto autore di questa storia, pareami il solo adatto a trattare quella parie che