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Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

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a cura di Federico Adamoli

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   vili PREFAZIONE
   finora, quando sieuo corroborate dall' esercizio di quelle virtù che a noi non abbondano naturalmente o che 1' esempio degli stranieri varrà ad inocularci Questo augurio che noi facciamo all'Italia avvenire è già, come s'è accennato di sopra, largamente giustificato da quel che in tempo assai breve l'Italia presente ha mostrato di saper fare per opera di alcuni de' suoi figli di ingegno più eletto Ma ai minori resta sempre da proseguire un' opera iniziata oramai e bene inoltrata , resta da eseguire il proposilo, ani,i da soddisfare alla smania comune (che non è men legittima per ciò che talora conduca a qualche esagerazione), di travasare, a dir così nella mente italiana la coltura filologica straniera. E siccome appunto giovano mirabilmente a cotesto fine, così son necessari!, benché modesti e di poca glori.- quei lavori di compilazione (compilazione, s'intende, onesta, accurata, giudiziosa, non intesa a mera speculazione libraria, come pur troppo nell'istesso soggetto dalla storia delle lettere latine se n'è veduta qualcuna), che riassumano con cautela quel che si trovi nei lavori degli stranieri, temperandone alcuni giudizi più o meno arrischiati, combattendone alcune tendenze viziose, a cui, con tutti i loro gran pregi, spesso sì abbandonano, e mettendo in qualche luce quel che anche in opere nostrane si trovi di lodevole.
   Una compilazione di tal natura fu quella che, coerentemente all'indirizzo che avea sempre dato alla sua letteraria attività, si propose di fare intorno alla storia della letteratura romana il rimpianto e dotto professore lombardo; e niuno può dire che non ve ne fosse il bisogno. Va però ricordato per un debito di giustizia, che tanto più volentieri si paga, in quanto spetta ad un uomo che tutti veneriamo, e per l'elevatezza e la prontezza dell'ingegno, e per il molto sapere, e per la modesta premura di volerlo sempre aumentare benché sia tanto che ognuno se ne potrebbe tenere, e per la santità della vita privata e della pubblica; va, dico, ricordato il libro d. Atto Vannucci, che porta il titolo di Sludi storici e morali intorno alla letteratura latina, che ha già avute, per quel ch'io so, tre edizioni, e s» e venuto sempre più avvantaggiando dei risultati degli studi germacici. Tutta' ,a, quest'aureo libro, non essendo che una raccolta di articoli e di saggi staccati, né pu') né vuole dare una stor à compiuta delia letteratura latina; oltreché, scritto in tempi di servii1 da un uomo amantissimo della libertà, porta l'impronta delle passioni politiche, che commovendo i' cuore toglievano anche alle menti più acute quella perfetta serenità di giudizio che la critica esige; e finalmente, se contiene certi risultati della filologia moderna e molte citazioni di libri stranieri, questa parte però i è piuttosto mescolata e sovrapposta, che veramente fusa con la parte «jginaria ed antica. Sicché, il libro dell'onorandissimo Toscano, mentre non sarà certo reso inutile mai da nessun altro libro ulteriore, non può d' altronde render vano ogni altra opera che si tenti sul soggetto.
   Oltre degli Studi del Vannucci, e di tutte le monografie italiane e straniere che ci è riuscito di vedere, ognuno intende quali sian dovute essere più particolarmente