Stai consultando: 'Storia della Letteratura Romana ', Cesare Tamagni

   

Pagina (14/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (14/608)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Storia della Letteratura Romana

Cesare Tamagni
Francesco Vallardi Milano, 1874, pagine 590

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Progetto OCR]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   xiv prefazione.
   si veniva iniziando alla coltura ? Che cosa sapevan fare a quell'età i Celti, gli Slavi, e i Germani medesimi, non anche usciti di barbarie? Di più, se Roma non seppe educars, da sé, almeno seppe imitar la Grecia appena 1' ebbe direttamente conosciuta; ma i Germani quanto non sono stati a cor,tatto della civiltà classica senza mpararne nulla? quanto non hanno stentato a lasciarsene educare? E da quando Roma s fu messa a imitare i Greci, i progressi suoi furono assai rapidi ; da Livio Andronico, con cui la letteratura iicominca, sino a Vivgilio e ad Orazio, che toccano una sì alia perfezione, non corrono che due secoli, quanti se-col invece non son donili correre da Notker e da Hmswiìha, per esempio, a Schiller e a Goethe ? Si può dunque dire che, se Roma fu anch' ella educata alla scuola della Grecia, a una tale scuola per altro audò molto prima, e ne approiitto più prontamente d'ogcr altra stirpe.
   Ma non è solo in ci4 riposto il mento di Roma. L'essersi ella per prima assimilata e l'avere continuata la civiltà greca, è poca cosa appetto del gran servìgio che la ci rese, propagando quesla in ogni angolo d'Europa. La Grecia fu maestra a tutte le genti, ma con 1 intermedio li Roma. Il Greco era schivo ed aristocratico , 0, godendo per se della pura visione del bello e del vero, nulla si curava d. partecipare cotesla visione agli altri popoli che con nome tu scherno chiamava barbari. Si può dire che del maestro egli avesse tutte le qualità, meno la vog..a d insegnare. A lui inoltre mancava lo strumento alla dit'fusfone della sua coltura, mancanaogf la velleità d<3ll'amp»e conquiste e l'abilità assimilativa Roma. E finalmente , la stessa postura geografica dell' Eliade non era favorevole a che ella esercitasse un potente nflusso sull'Occidente europeo. Lasciando stare la coltura delle coion e sìcule e magnogreche, che è stata di molto esagerata, e non fu che un intermedio fra Rema e la Grecia vera, egli è notevole come la civiltà greca s sviluppasse propriamente non da quel lato della penisola greca che guarda le nostre coste adratiche e ionie, bensì dal lato delle coste or entali, come pure dalle coste occidentali dell'Asia rumore : attorno, insomma, al mare Egee; il quale, più che a separare, serviva, con le innume^evo- e ridenti sue isolette, a cong.ungere le due sponde. Quindi , se pure la civiltà greca avesse avuta tendenza espansiva , verso l'Oriente si sarebbe diffusa, piutiostochè verso l'Occidente ; come segu infatti allorquando in età assai tarda le conquiste macedon.,he la portarono molto al di là de. suoi naturai confini.
   Ma fu gran ventura che non molto dopo codeste conqi (ste Roma riuscisse a soggiogare la Grecia, e che, adendo lo spi ito ormai maturo per subire 1 fascino della dott.ina e dell'arte, si appropr_«?sse la coltura del popolo soggetto; ed appropriatasela la divulgasse, insieme a quella non dispregevole parte che ella v'aggiunse, fra tutte le nazioni sottoposte al suo imperio. — l e v olenze de' 0'» 1 sono spesso esecrate da'tardi iiepoti di chi le sofferse, e cominciano ad esser un po'biasimate, che del resto è segno di spassionato amor del vero 6 di nobile odio per ogni violenza, anche