LIBRO PRIMO
INTRODUZIONE.
CAPITOLO I.
CONSIDERAZIONI GENERALI.
§ 1. — Carattere della letteratura romana.
Chi voglia conoscer bene la vita di un popolo antico, ricercarne i pensieri, i sentimenti, le opere ¦' ogni maniera, e vedere elle orme lasciò segnate sulla via dell'umano incivilimento, quegli deve guardare innanzi tutto ai monumenti della letteratura. Della quale, ili questo rispetto, si può ben dire ch'ella è il testimonio più sincero, e la più certa manifestazione di ciò che quel popolo possa aver pensato, sentito ed operato ne'diversi periodi della sua esistenza. Per quest'intima e necessaria attinenza della letteratura colla stona e colla civiltà di un popolo, fi fa evidente che tale sarà stata l'una quale fu l'altro, e somiglianti entrambi nella stessa guisa che l'oggetto e l'imagine sua riflessagli da un lucidissimo specchio. Quindi a chi ci ricliiegga dell'indole della romana letteratura, basterà dire ch'essa confrontò giustamente coli' indole e coi costumi dell' antico popolo romano. I quali noi sappiamo appunto dagli scritti degli autori latini, come fossero conformati all'intento di estendere coli'armi al di fuori, e stabilire fermamente con savie leggi aldident.ro la potenza della repubblica. L'uomo a Roma era innanzi tatto cittadino: e sin da fanciullo imparava a spendere nelle cure della città tutta la sua vita. Quelli erano e dovevano essere i soli suoi negozii: soldato in campo per portare agli ultimi confluì del mondo il terrore dell'armi romane, in casa magistrato, oratore, legislatore, sacerdote ; di questo solo doveva darsi pensiero, che glorioso e formidabile sonasse in ogni parte il nome della sua patria. Gli altri studi e l'altre occupazioni, anche quelle che hanno ufiìcio di far gentili gli animi e colti gli ingegni, non erano quasi permesse dapprincipio, e più tardi, quando pur si dovettero permettere, vennero per esse riserbate le scarse ore d'ozio e i dì festivi. Del che mai non si dolsero anche i migliori intelletti, parendo loro che bastasse a Roma Tamagni. Letteratura Romana. 1